Premiati i protagonisti del dialogo

Dall'incontro tra mons. Bregantini e l'imam Layachi, in occasione del "Premio Fraternità-Città di Benevento", un'inedita esperienza di dialogo a tutto campo
Giancarlo Maria Bregantini

Due uomini che più diversi non potrebbero essere, ma che, sentendoli parlare, scopri come fratelli tra loro. È questa l'impressione che hanno avuto i partecipanti alla cerimonia di premiazione della VI edizione del "Premio Fraternità-Città di Benevento", svoltasi nel "Centro la Pace" del capoluogo sannita sabato 27 aprile. Sollecitati dalle domande ed anche dall'attento ascolto del pubblico, mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, e l'imam Kamel Layachi, responsabile del Dipartimento Dialogo interreligioso e formazione del Consiglio nazionale delle relazioni islamiche italiane, hanno dato vita ad una vera esperienza di fraternità, come si capisce da alcune loro battute.

Secondo Bregantini: «La parola fraternità colpisce e torna preziosissima oggi per comprendere, chiarire e risolvere i problemi attuali. Per questi problemi non abbiamo formule chiare, ma sentieri di grande speranza che dobbiamo percorrere tutti insieme!» Layachi aggiunge: «Oggi il panorama del mondo occidentale è complesso, fortemente plurale e richiede perciò un clima di fratellanza, un patto spirituale che vuole essere un valore aggiunto per questa società. Abbiamo passato anni non facili per via delle paure e del pregiudizio che nasce da una non conoscenza dell'altro. Se viene a mancare la conoscenza e il rispetto è difficile costruire ponti. Occorre che ciascuno punti ad essere parte di un arcobaleno, i cui tanti colori posti assieme non sono meno intensi, ma sono determinanti per l'armonia complessiva».

Le loro storie personali fanno comprendere come la passione per il dialogo e per la fraternità poggi su radici profonde. Layachi è nato e cresciuto ad Ippona, in un contesto nel quale, anche grazie alla comunità di suore del luogo e alle splendide chiese cristiane della città, ha avuto numerosi contatti con la cultura cristiana. Educato dai suoi genitori, ai quali ha voluto dedicare il premio, al rispetto per gli altri, dopo il suo arrivo in Italia, venti anni fa, ha constatato il rischio della chiusura ed ha, dunque, cercato di lavorare con gli altri imam per combattere questa tendenza. Dieci anni fa, nel trevigiano, ha conosciuto il Movimento dei Focolari, cominciando con alcuni suoi membri un percorso di dialogo nella fraternità.

Mons. Bregantini, originario della provincia di Trento, è stato per tredici anni vescovo della diocesi calabrese di Locri-Gerace, distinguendosi per il suo impegno a combattere ogni forma di illegalità, sostenendo il diritto al lavoro ed alla vita dignitosa per ogni famiglia e per i giovani, in una dimensione di fraternità vissuta nella reciprocità e ispirata alle opere di misericordia. A proposito della crisi attuale dell'occupazione, dice: «È interessante notare come oggi ad essere in crisi siano sopratutto le grandi aziende. Le attività che stanno risentendo meno della crisi sono le piccole aziende unite in cooperative. Io penso che sia importante impegnarsi nel costruire realtà aziendali caratterizzate dalla compagine, cioè dalla coesione tra i membri. Ed anche costruire reti. Le reti oggi risolvono i problemi. Ma ricordiamoci sempre che le reti non devono mai trasformarsi in ragnatele divenendo da strumento di sostegno a trappole! Ricordiamoci sempre questa regola: "Il nostro viene prima del mio: è questa la dottrina sociale della chiesa!"».

A proposito del ruolo della donna, Layachi ha sottolineato come quello reale, presente nel Corano, non coincida con la visione che c'è in molti Paesi musulmani. Fortunatamente non è così in quei Paesi dove vi è una interpretazione corretta del testo sacro. Ed è una strada che sta prendendo sempre più forza. Nell'Europa del Nord si è formato un gruppo, con sede a Bruxelles, di donne musulmane che stanno lavorando per ribaltare la posizione della donna, partendo da fonti scritturali. Ma è importante partire dalla sfida dell'istruzione. Il vero velo che impedisce alla donna di essere cittadina è il velo dell'analfabetismo. E Bregantini aggiunge che anche nella Chiesa ultimamente ci si sta concentrando nella scoperta delle figure femminile della Bibbia, figure che sono da considerare uno dei doni più grandi.

La presenza di tanti giovani spinge i moderatori, Salvatore D'Angelo e Caterina Ferrone, a porre una domanda sulla speranza, chiedendo su cosa puntare per ritrovarla. Mons. Bregantini afferma: «Sulla solidarietà e sulla presa di coscienza che la crisi non si risolve dentro le aule universitarie, ma dalla conoscenza diretta delle persone che soffrono. Ricordiamo sempre che "la sapienza è frutto di scienza e di sofferenza". Se riusciamo a fare nostri questi due aspetti possiamo creare un circuito vitale e positivo, ovvero una società saggia che saprà affrontare il futuro. La crisi presenta un aspetto positivo: ci rende tutti più umili e ci fa capire che solo insieme possiamo affrontare il futuro». E Layachi aggiunge: «La sapienza significa ancorarsi alla corda di Dio. Dobbiamo recuperare il nostro rapporto con Dio, coscienti che non siamo autosufficienti. Dobbiamo essere famiglia con la nostra comunità! Ma una famiglia che non taglia i ponti perché sa che fa parte della famiglia più grande dell'umanità!».

Ma il discorso torna sul dialogo, che Layachi spiega così:«Noi non siamo testimonianza di ciò che diciamo, ma di ciò che siamo. Questo è il dialogo! La sfida più grande oggi non è tra credenti e non credenti, ma tra chi vuole vivere per certi valori (fraternità, solidarietà, ecc.) e chi no! Di fronte a tanta indifferenza possiamo dire che c'è un movimento che scorre senza far rumore. E ciò lo dobbiamo anche alla figura di Chiara Lubich. Lei lascia a tutti noi una grande eredità! Chiara non si è fermata ad un popolo, ad una religione, ad una cultura,ma è stata un raggio di luce per l'umanità, raggio che possiamo diventare tutti noi, se ci muoviamo assieme!».

Ma quest'iniziativa è stata più di una premiazione. Nell’arco di tre giorni, dal 25 al 27 aprile, ha proposto eventi diversi come workshop, forum tematici su imprenditorialità e lavoro, testimonianze di diffusione della cultura della legalità, laboratori di fotografia e pittura, mostre, spettacoli. Grande speranza, poi, dai giovani e dai ragazzi, veri protagonisti della manifestazione, anche con il concorso scolastico che ha coinvolto studenti di numerose scuole di tutta Italia, dimostrando la grande voglia di esprimersi su temi importanti per il loro futuro ed il forte desiderio di fraternità.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons