Preghiere e fondi per il Giappone

La Caritas milanese e le istituzioni locali si mobilitano per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto e dallo tsunami
terremoto giappone
La Caritas Ambrosiana ha stanziato 50 mila euro per l’emergenza Giappone ed ha inoltre avviato inoltre una raccolta di fondi. Domenica scorsa, nel duomo, il cardinale Tettamanzi ha presieduto una messa in suffragio delle vittime del terremoto e del maremoto.

 

L’arcivescovo ha invitato i fedeli ad unirsi alla comunità giapponese e a tutti i nipponici presenti in diocesi per vivere un momento di cordoglio e di preghiera, nel quale «rinnovare il legame di solidarietà che unisce i nostri popoli, invocare speranza e salvezza dal Signore, pregare per le vittime, per le loro famiglie e per chi si sta prodigando per soccorrere chi è nel bisogno».

La comunità giapponese ha animato la celebrazione con canti e musiche sacre nipponiche. C’è stato inoltre il saluto del console generale giapponese di Milano, Shigemi Jomori, e il rito dell’incenso, che i giapponesi bruciano in grandi quantità per le anime dei loro connazionali morti nel disastro.

Anche il Comune di Milano ha deciso di attivare un conto corrente speciale per raccogliere fondi a favore delle popolazioni giapponesi. «Il 2011 – ha ricordato il sindaco Letizia Moratti – è l’anno in cui ricorre il 30esimo anniversario del gemellaggio tra Milano e Osaka: una ricorrenza che ci fa sentire ancora più vicini al Giappone». Sono oltre tremila i giapponesi presenti nella città di Milano e fanno della metropoli la città più nipponica dell’Italia, dove ne vivono circa 13mila. «I giapponesi amano schermire il loro dolore per assorbirlo dentro la propria anima e il proprio corpo. Noi stiamo loro vicino con rispetto e fraterna solidarietà». È quanto dice di loro padre Luciano Mazzocchi, cappellano dei giapponesi in diocesi. Una comunità affiatata e molto attiva, che si incontra due o più volte a settimana. Di questi, tre membri sono catecumeni adulti che ricevono il battesimo nella veglia del sabato santo.

Al consolato giapponese convergono, da giorni, domande e incertezze dei giapponesi del Nord Italia. «Alcuni vivono qui anche da 30 o 40 anni», spiegano dalla sede diplomatica. Sono professionisti di grandi aziende multinazionali, medici, musicisti, cantanti lirici, artisti figurativi. E poi, in numero crescente negli ultimi anni, cuochi e altre figure della ristorazione.

Intanto Milano e la Lombardia si stringono alla popolazione nipponica. Nel piazzale del grattacielo Pirelli, oltre alle bandiere dell’Italia, dell’Unione Europea e del simbolo lombardo della rosa Camuna, c’è anche la bandiera del Giappone, in segno di vicinanza alle popolazioni colpite dallo tsunami.

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