Pfas, colosso chimico americano pagherà i danni

La società 3M ha annunciato di aver raggiunto un accordo per il pagamento di oltre 10 milioni di dollari a diversi sistemi idrici per averli contaminati con queste sostanze chimiche. Un avvenimento a cui si guarda anche dall'Italia
Pfas
ANSA/ GREENPEACE ITALY

Da oggi c’è un tassello in più nel mosaico della lotta alle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas): la multinazionale statunitense 3M ha annunciato che pagherà fino a 12,5 miliardi di dollari nell’arco di 13 anni per chiudere numerose richieste di risarcimento da parte dei sistemi idrici pubblici statunitensi che hanno accusato la società di contaminare le loro forniture. In base all’accordo proposto, che deve essere approvato da un tribunale federale, 3M pagherebbe per risanare i sistemi idrici pubblici interessati dall’inquinamento da Pfas. Sono oltre 4 mila le azioni legali intentate contro 3M da Stati ed enti locali per questo motivo; ragion per cui la multinazionale, pur non ammettendo alcuna responsabilità in proposito, è alla fine giunta a concordare questa transazione economica per risolvere la questione.

Per quanto non si tratti di una condanna – tecnicamente infatti non è stata riconosciuta alcuna responsabilità di 3M – si tratta di un altro tassello che si aggiunge alla battaglia legale contro gli Pfas. “Precursore” del tutto era stato a partire dal 1998 l’avvocato Robert Bilott, che ha per anni portato avanti con (inaspettato) successo la causa di alcuni allevatori del West Virginia contro il colosso chimico Dupont per aver contaminato l’acqua con sostanze della stessa “famiglia” dei Pfas, i Pfoa (utilizzati ad esempio nella produzione di Teflon, per intenderci). La sentenza, arrivata nel 2005, ha in realtà multato Dupont per una cifra irrisoria rispetto al danno compiuto, 16,5 milioni di dollari; ma si è comunque trattato di un caso che ha fatto la Storia. La stessa 3M nel 2022 ha accettato un accordo di 571 milioni di euro con la regione belga delle Fiandre per gli scarichi di Pfas intorno al suo stabilimento di Zwijndrecht, vicino ad Anversa.

Si capisce dunque come la vicenda sia seguita con estrema attenzione in quel di Vicenza, dove è in corso il processo contro l’ex Miteni – a cui è intervenuto lo stesso Bilott. Appunto Bilott ha ricordato, in un’udienza dello scorso maggio, che a inizio anni 2000 Miteni decise di continuare la produzione di Pfoa per rifornire Dupont quando proprio 3M si tirò indietro a fronte dell’ormai comprovata pericolosità di queste sostanze. Dupont, 3M e Miteni sono quindi legate a doppio filo in questa vicenda.

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