Il 29 giugno è noto che la Chiesa festeggia i santi Apostoli Pietro e Paolo, che sono anche i patroni di Roma e, mentre ascoltavo l’omelia del mio parroco, ho avuto modo di riflettere sul fatto che questi due personaggi, che hanno fatto la storia del cristianesimo, erano due tipi niente male!
Pietro, un “traditore”, ma al quale è stato dato «il potere di sciogliere e legare in terra e in cielo e di fondare la chiesa sulla quale le potenze degli inferi non prevarranno»; mentre Paolo, un “assassino”, che folgorato sulla via di Damasco cambia vita fino a pronunciare quel suo stupendo testamento dove afferma: «ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede».
Ma che c’entrano queste due storie con la Rete di Trieste? Una rete di amministratori locali nata un anno fa durante lo svolgimento della cinquantesima settimana sociale?
Mi viene spontaneo accostarle alla Rete perché sono due storie nelle quali possiamo riconoscerci e dalle quali possiamo prendere esempio per trovare la forza di cambiare prima di tutto noi stessi, e poi il mondo che ci circonda a partire dal nostro territorio, proprio come ha avuto intenzione di fare quel gruppetto iniziale di amministratori e di impegnati in politica provenienti da tutta Italia e di partiti diversi che si è ritrovato a Trieste con l’ambizione di mettere in piedi un movimento per “fare la rivoluzione” come quei due Santi.
Persone che hanno l’ardire di credere e di testimoniare con la propria vita che la politica è la più alta forma di carità, che hanno chiaro che il respiro di questa nuova e appena nata esperienza deve essere lungo e deve poggiare su gambe di persone formate e consapevoli, che la costruzione del bene comune è faticosa perché rispettosa dei tempi e dei modi di tutti.
Credo che a noi cristiani impegnati in politica, forse in questo preciso momento storico viene chiesto un sacrificio in più. Essere coscienti di questo ci farà leggere anche i fatti che accadono intorno a noi con la lente giusta, a seconda di cosa suggerisce lo Spirito che è tra noi e con noi, e che non ci lascia sopraffare dalla sfiducia. Essere capaci di questa lettura e conoscere che siamo chiamati a qualcosa di grande non è scontato!
E poi sono certo che chi ha una vocazione alla politica sa che la stessa si basa su incontri, su istanze, su fatti che ti hanno cambiato la vita e che ti hanno dato quella forza per andare oltre. Per esempio, la mia è stata segnata dall’incontro con l’Ideale di una donna, Chiara Lubich, che nel 1995 in un PalaEur gremito da più di 20mila giovani del Movimento dei Focolari ci disse: «gen, giovani, non accontentatevi delle briciole! Avete una vita sola, puntate in alto, non accontentatevi delle piccole gioie, cercate quelle grandi, cercate la pienezza della gioia»
Parole che mi hanno trasformato e che hanno motivato tutto il mio agire, anche quello politico. E così anche la Rete deve pensare e darsi traguardi all’altezza del difficile compito che si era prefissata e cioè quello di costruire da cristiani la città dell’Uomo.
Ecco perché gli amministratori della “Rete di Trieste”, hanno iniziato questo percorso di fraternità e di amicizia politica al fine di lavorare insieme in un tempo di cambiamenti straordinari. Si sono incontrati con l’ambizione di fare qualcosa di nuovo e di diverso, sperimentando che esiste un modo bello e coinvolgente di occuparsi del bene comune e il metodo che hanno scelto è un dialogo trasversale, aperto e inclusivo.
Per iniziare si sono individuate delle priorità, anche frutto del lavoro svolto durante le due giornate di Roma del febbraio scorso, da poter lanciare in cento conferenze stampa da svolgersi nelle 100 province italiane nel mese di luglio 2025, avendo l’ambizione di fare entrare queste priorità nell’agenda politica e nel dibattito pubblico.
Priorità che riguardano i giovani, che devono essere protagonisti di tutte le politiche; la partecipazione come infrastruttura chiave della democrazia; un welfare territoriale che sia generativo e inclusivo; la transizione ecologica per la cura del creato e politiche verso le aree interne e periferiche. Priorità che verranno declinate in azioni concrete che saranno descritte in un documento che verrà ampiamente diffuso.
Così facendo, a partire dalla cura del nostro Paese, siamo certi che riusciremo a dare anche un “nostro” aiuto per far tornare l’Europa protagonista a livello mondiale. Non c’è scritto forse nel Vangelo che spetta a noi cristiani essere il sale della terra e la luce del mondo? E allora che aspettiamo?
La rete di Trieste si presenterà a Roma il 16 luglio 2025 alle ore 11.30 a Palazzo Valentini 