Per chi adotta cuccioli di coniglio, cavia, furetto o criceto…

Al contrario di cani e gatti, occuparsi di questi animali quando sono ancora molto piccoli può rivelarsi particolarmente difficile... I consigli del veterinario
Coniglio

E se l’orfano da accudire è un coniglietto, un furetto, una cavia o addirittura un criceto? Be, la faccenda si complica un po’ perché si tratta di animali molto delicati e piccoli ed alcuni caratterizzati da un’alimentazione particolare. Vediamo cosa possiamo fare specie per specie.

I furetti per le prime settimane di vita si nutrono esclusivamente di latte materno. Se questo dovesse essere insufficiente o peggio ancora se la mamma non dovesse esserci più, le possibilità sono due: o troviamo una femmina in allattamento che funga da balia per i furetti rimasti orfani oppure ce ne occupiamo noi. L’impresa è piuttosto difficile perché i piccoli hanno dimensioni davvero ridotte e le cure di cui hanno bisogno richiedono da parte nostra tanto tempo e molta pazienza. In ogni caso se siamo decisi ed anche un po’ temerari possiamo procuraci del latte in polvere per gattini e  un contagocce. In realtà poiché il latte del furetto è più grasso, è consigliabile integrarlo con della panna e magari con il tuorlo d’uovo.

Le poppate devono susseguirsi, come abbiamo già visto per i cuccioli di cane e di gatto, ad intervalli di 3-4 ore sia di notte che di giorno e dopo ogni pasto, anche in questo caso, bisogna stimolare gli animali, massaggiando il pancino e le parti intime, per farli evacuare. Anche la cura del nido non va sottovalutata. I piccoli possono facilmente andare incontro ad ipotermia, è bene quindi tenerli al caldo. Intorno alla terza settimana i cuccioli di furetto sono pronti per assaporare un cibo diverso dal latte. Si può cominciare con un alimento umido in patè diluito con acqua tiepida e miscelato con un po’ di latte in polvere per gattini. Il cibo può essere offerto dapprima con una siringa e poi in un piattino basso. A partire sempre da questa età è bene maneggiare spesso i piccoli per abituarli al contatto umano. Man mano che i piccoli crescono possiamo proporre dell’alimento via via più denso fino alle crocchette inumidite, la carne macinata ed, infine, la carne a pezzetti o il cibo secco per furetti. A sei settimane di età lo svezzamento si è ormai concluso e noi possiamo tirare un sospiro di sollievo.

 

Se, invece, ci capita di trovare dei piccoli di coniglio, apparentemente abbandonati, dal colorito roseo, che dormono e sono ben caldi, lasciamoli lì dove sono, presto arriverà mamma coniglio a prendersene cura. Difatti, solitamente la mamma non resta nel nido per scaldare i piccoli, come fanno i mammiferi e gli uccelli. Le coniglie allattano solo per circa 5 minuti al giorno, poi restano lontane dal nido. Al contrario se siamo sicuri che la mamma non ci sia possiamo occuparcene noi allattando i piccoli, solo 2 volte al giorno (non di più) esclusivamente con del latte in polvere per gattini Kitten Milk Replacer (KMR), senza aggiunta di zucchero ed integrato con una piccola quantitàdi probiotici contenenti lattobacilli necessari per lo sviluppo di una sana flora batterica intestinale (da acquistare in farmacia).

Un’alternativa naturale ai lattobacilli può essere la somministrazione nella prima settimana di vita di un coniglio (ove è possibile procurarselo) del ciecotrofo (le feci molli che solitamente i conigli ingeriscono per integrare la flora batterica intestinale). Ne basta una pallina al giorno per 4-5 giorni. Il latte va somministrato mantenendo i piccoli dritti ed utilizzando una siringa o un contagocce, in modo che le goccine vengano leccate e poi ingoiate. In questo modo difficilmente il latte può prendere la strada dei polmoni e quindi causare una polmonite ab ingestis.

Le quantità di latte da somministrare sono pari a circa 2 ml per pasto (2 pasti al giorno) per i primi 7 giorni; 5-7 ml a 1-2 settimane; 7-13 ml a 2-3 settimane; 13-15 ml a 3-6 settimane. Prima dell’apertura degli occhi ad ogni pasto i coniglietti vanno stimolati nella regione anale con un batuffolo di ovatta inumidita per indurli ad urinare e defecare. A circa 10 giorni i coniglietti aprono gli occhi e possiamo cominciare a proporre fieno, pellet e acqua, mentre a 6 settimane possono essere svezzati completamente.

A seconda della temperatura della stanza, il nido (una scatola imbottita con stracci morbidi e puliti e coperta con un panno per mantenere i piccoli al buio se non hanno ancora aperto gli occhi) va riscaldato con una lampada o una bottiglia d’acqua calda, lasciando una porzione della scatola più fresca nel caso i cuccioli sentano troppo caldo.

 

I piccoli di cavia sono molto precoci, nascono già coperti di pelo e con gli occhi aperti, camminano da subito ed iniziano a mangiare cibo solido entro pochi giorni. Grazie a ciò la possibilità di sopravvivenza di tali animali in caso di perdita precoce della mamma è molto più alta di altri roditori. Possono alimentarsi con cibo solido già al secondo giorno di vita benché sia opportuno nutrirli con latte durante tutta la prima settimana di vita. A tal fine si può utilizzare il latte di capra o del latte artificiale per gattini o cuccioli di cane. Anche in questo caso la zona anale va stimolata ad ogni pasto per indurre la defecazione e la minzione. I piccoli si possono svezzare a 2-4 settimane utilizzando pellet per cavie di ottima qualità, inumidito con acqua, e verdure a pezzetti. I piccoli manipolati da subito socializzano rapidamente con le persone.

 

I piccoli di criceti sono,invece, i più vulnerabili. Nascono senza peli e con gli occhi chiusi e benché siano provvisti già di incisivi, lo svezzamento non avviene che a 15-20-25 giorni a seconda del tipo di criceto e se un piccolo resta orfano prima dello svezzamento, non ha possibilità di sopravvivere poiché sono destinati a fallire sia i tentativi di affidarli ad una balia sia quelli di allattarli artificialmente.

(Un ringraziamento alla dott. Marta Avanzi ai cui articoli ho avuto la possibilità di attingere)

A cura della dott.ssa Letizia D'Avino Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli

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