Ho conosciuto Paolo Pieretto sulla piattaforma Artisti Adesso di Gabriele Aprile. Mi ha immediatamente colpito la sua voce calma, calda, ironica, quasi ridente, con un fondo di malinconia. C’è chi canta per farsi ascoltare e chi canta per far pensare. Paolo Pieretto appartiene alla seconda specie: quella un po’ rara dei musicisti che usano le parole come strumenti e le chitarre come amplificatori di idee. Si definisce “predicatore di canzoni” e nei suoi comizi musicali non vende verità, ma domande.
Da ragazzo, racconta, è stato folgorato dai cantautori: «Ho capito che le canzoni sono il mezzo più potente per diffondere le idee». Così si è fatto regalare una chitarra e ha cominciato a scrivere. Non c’erano progetti, né calcoli: solo il desiderio di dire la sua. E da quel momento non ha più smesso (per fortuna). Negli anni 2000 la sua musica ha incontrato palchi importanti: premi, festival, tv. Ha collezionato applausi e incoraggiamenti, ma anche delusioni e battute d’arresto.
Quando ha capito che vivere di canzoni non era possibile, non ha chiuso la porta: l’ha aperta ad altri. È rimasto nella musica da un’altra angolazione: organizzatore, direttore artistico, custode di palchi per gli altri. Ha dato spazio, visibilità, opportunità, offrendo ai musicisti quello che lui stesso avrebbe voluto ricevere. «Non mi sembrava giusto suonare nei miei eventi», racconta. Una forma di coerenza, o forse di pudore; in ogni caso, un grande atto d’amore verso la musica, che lui ha sempre preso tremendamente sul serio.
Nel 2017 ha aperto lo Stand Bike Café di Borgarello (PV), un luogo diventato punto di riferimento per chi ama la musica dal vivo, la stand up comedy e la convivialità senza barriere. Ogni anno il locale ospita concerti, incontri e serate che mescolano arte, umanità e leggerezza. Da quello stesso spirito nasce anche il BOW Free Folk Festival, festival musicale e culturale gratuito che si tiene a Borgarello, presso il Parco Maurici, organizzato proprio dallo Stand Bike Café: un evento dove la musica incontra la comunità e l’aria aperta diventa palco e abbraccio insieme.
Eppure, le canzoni non si lasciano archiviare. Si infilano nei pensieri, aspettano pazienti e poi tornano a reclamare voce. Così, dopo 10 anni di silenzio da autore, una di loro è tornata a bussare. E lui ha aperto. Di nuovo. Oggi Paolo non sogna stadi pieni, ma orecchie aperte. Non si misura in visualizzazioni, ma in sguardi che si riconoscono. «Le mie canzoni sono una macchina un po’ scassata – dice –, ma portano ancora a destinazione». Il suo nuovo album, La gente vuole pezzi semplici, nasce proprio da lì: dal bisogno di dire, con ironia e verità, ciò che non si può tacere.
Pieretto osserva la società con tenerezza spietata, come chi sa che ridere è l’unico modo per non arrendersi. Le sue canzoni raccontano un mondo che corre troppo, che scrolla invece di ascoltare, che confonde la gente con il popolo. Lui, invece, invita a fermarsi un attimo, a sentire il peso e la leggerezza delle parole. Uno che aggiusta note e idee come si ripara una bicicletta: con le mani, con pazienza, con affetto. E forse, proprio per questo, ogni sua canzone suona come un piccolo atto di resistenza. «Non si può scegliere di iniziare a scrivere canzoni e non si può scegliere di smettere. Si può solo decidere se tenerle nel cassetto o condividerle».
Paolo Pieretto, ancora una volta, ha scelto di condividerle. E meno male.
Appuntamento da non perdere
Sabato 29 novembre, ore 21:00
Teatro Mastroianni – San Martino Siccomario (PV)
La gente vuole pezzi semplici: Three Chords and the Truth
Talk rock di Paolo Pieretto e Edward Abbiati
con Simona Colonna
Special guest Laura Formenti
In questi tempi di voci che si sovrastano e linguaggi ostili, il suo disco è un pensiero-casa: dolce, ironico e profondamente leggero.
Vai, Pieretto canta!