Pace e informazione, il premio Colombe d’oro 2020

L’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo ha premiato il lavoro di tre giornalisti e di un infermiere fotografo nell’anno in cui la pandemia ha sconvolto l’Italia e il mondo intero.
Pace foto Archivio Disarmo

Quest’anno il premio Colombe d’oro per la pace, promosso da Archivio Disarmo, con il sostegno delle Cooperative aderenti a Legacoop, è stato dedicato alla drammatica pandemia da coronavirus e tutti coloro che con la propria professione hanno avuto un ruolo importante in questo periodo.

La “Colomba d’oro per l’informazione” è stata assegnata a Nello Scavo (giornalista di Avvenire), Antonio Mazzeo (blogger e giornalista freelance) e Francesca Nava (The Post Internazionale).

Il “Premio Speciale” di quest’edizione è andato invece a Paolo Miranda (infermiere dell’Ospedale Maggiore di Cremona e appassionato di fotografia).

Colombe d'oro 2020 foto Iriad
Colombe d’oro 2020 foto Iriad

La cerimonia di conferimento del premio internazionale Colombe d’Oro per la pace è avvenuta in presenza, giovedì 8 Ottobre a Roma, presso la Sala Benedetto XIII della Comunità di Sant’Egidio. La giuria composta da Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta ha decretato vincitori della XXXVI edizione tre giornalisti e un infermiere appassionato di fotografia.

Nello Scavo è autore di clamorose inchieste, tra cui quella sulla trattativa Italia-Libia in materia di immigrazione che ha coinvolto anche trafficanti di esseri umani. Nel 2017 si è introdotto in una prigione clandestina degli scafisti raccontando le condizioni di sopravvivenza nei così detti “lager libici”. Nel 2019 poi è stato il primo giornalista a salire a bordo della Sea Watch 3 ferma in mare per tre settimane prima di avere il via libera allo sbarco dei 49 migranti a bordo. Nello stesso anno ha svelato il negoziato tra autorità italiane e trafficanti di petrolio, armi ed esseri umani in Libia. A causa delle ripercussioni internazionali di quella inchiesta e delle minacce ricevute da un trafficante è stato posto sotto tutela. È stato minacciato e insultato il primo ottobre scorso all’uscita dal tribunale alla Valletta a Malta, dopo aver partecipato come parte offesa al processo penale nei confronti del collaboratore dell’ex premier Muscat, Neville Gafà, che lo aveva minacciato su Twitter a giugno.

La Colomba d’oro a Nello Scavo – recita la motivazione – vuole riconoscere l’impegno e il coraggio di un professionista che ci permette di guardare, con una partecipazione speciale, alle ingiustizie e ai soprusi che si consumano nel Mediterraneo. Le sue inchieste sono la testimonianza professionale e umana del contributo che un giornalismo libero e responsabile può offrire per la costruzione di un futuro di giustizia sociale e di tutela dei diritti dei più deboli.

 Antonio  Mazzeo, blogger e giornalista d’inchiesta, esponente del comitato No Muos a Niscemi, si è occupato dell’oppressione mafiosa in Sicilia e del ruolo della criminalità organizzata nell’edificazione di opere dannose per l’ambiente, ha operato per anni nella cooperazione internazionale in aree di conflitto e ha pubblicato diversi saggi sulle installazioni militari in Italia. In particolare si batte contro l’installazione del sistema satellitare militare americano in provincia di Caltanissetta.

La Colomba d’oro ad Antonio Mazzeo è il riconoscimento a un giornalista militante che da anni interpreta l’inchiesta giornalistica e la scrittura come una missione – si legge nella motivazione – di difesa dei diritti di tutti gli uomini e di tutte le donne, di denuncia delle ingiustizie, specialmente di quelle perpetrate mediante l’uso della forza. In una parola di fiducia nella possibilità di costruire un mondo più solidale e giusto.

Francesca Nava, The Post Internazionale TPI, è stata la prima giornalista a indagare sull’epidemia di Covid-19 a Bergamo e sulle drammatiche conseguenze della mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e a Nembro. Dai suoi articoli sono originate ulteriori inchieste giornalistiche per dare voce a chi ha subito le conseguenze di una cattiva gestione iniziale del contagio che ha dapprima colpito la Lombardia e poi il Paese intero.

La Colomba d’oro a Francesca Nava è il riconoscimento a una professionista che si è distinta nella sua carriera per il coraggio e la serietà con cui ha condotto le sue inchieste. Raccontando con precisione e passione – prosegue la motivazione – il dolore, la fatica, la paura e lo sdegno degli uomini e delle donne della Bergamasca e della Val Seriana, Francesca ha fornito un contributo di verità, forse scomodo per alcuni, ma prezioso per l’opinione pubblica italiana e non.

La Giuria ha inoltre assegnato un premio speciale a Paolo Miranda, infermiere dell’Ospedale Maggiore di Cremona e appassionato di fotografia, che ha documentato l’eroismo e la quotidianità dello sforzo espresso dagli operatori sanitari nella difesa della salute durante la pandemia. A marzo propone all’ufficio stampa dell’ospedale di documentare con la propria macchina fotografica il lavoro svolto nel periodo più tragico del Covid. Entra così nei pochi momenti di pausa e a fine turno negli ambienti del suo reparto di terapia intensiva fotografando se stesso e i colleghi. Immagini che raccontano storie di donne e uomini che si preparano per il turno, si abbracciano, piangono accovacciati a terra mentre la caposala cerca di consolarli, stringono la mano ai pazienti, sono il tramite unico con i familiari che in videochiamata potrebbero vederli per l’ultima volta.

La Colomba d’oro a Paolo Miranda è in qualche modo “internazionale” in quanto è internazionale la portata della pandemia che si è abbattuta sulle nostre società, incurante delle differenze economiche, sociali e politiche dei tanti Paesi che ha invaso. É il riconoscimento a un operatore sanitario – continua la motivazione del premio – a un operatore sanitario che ha saputo raccontare senza retorica, attraverso immagini immediate e sincere, un evento che ha segnato profondamente la nostra vita. Per non dimenticare, ma soprattutto per spingerci a guardare con speranza al prossimo futuro. In attesa, come dice lo stesso Miranda, dello “scatto finale”, quello della fine della pandemia, che lasci il mondo un po’ più consapevole di come vi è entrato.

 

 

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