Nuovo impulso ai dialoghi

Nella visita ad Istanbul, appena conclusa, la presidente dei Focolari, Maria Voce, rinnova l’impegno ecumenico e il costante dialogo con l’Islam

Fuori dalla triplice cinta di possenti mura di Costantinopoli, ancora conservate in questa parte di Istanbul, si trova il Santuario di Maria Sorgente della vita. Un piccolo camposanto attiguo all’edificio accoglie le spoglie di personalità della Chiesa ortodossa.

 

E qui Maria Voce, accompagnata da una rappresentanza della locale comunità focolarina, si è recata il 28 dicembre a far visita alle tombe di Athenagoras I, patriarca dal 1948 al 1972, e Dimitrios I (1972-1991), che bene avevano conosciuto Chiara Lubich e il suo impegno per l’unità dei cristiani. Una preghiera intensa si è levata per impetrare un’accelerazione del cammino verso la piena comunione tra cattolici e ortodossi.

 

I temi ecumenici e interreligiosi sono stati al centro degli incontri che la presidente dei Focolari ha avuto sia con il vicario apostolico della Chiesa latina a Istanbul, mons. Louis Pelatre, che con il nunzio, l’arcivescovo Antonio Lucibello.

 

Mons. Pelatre conosce Maria Voce sin dagli anni Ottanta, quando entrambi vivevano in questa metropoli. «I dialoghi sono la nuova frontiera. Non possiamo chiuderci», ha ribadito il presule, anche se può sembrare, quella cattolica, una presenza senza risultati tangibili. A tal fine mons. Pelatre ha fatto presente che davanti alle perplessità di chi chiede cosa stia a fare in Turchia, egli replica convinto: «Non è giusto dire che non c’è niente da fare, ma piuttosto si tratta di capire come fare».

 

Anche il colloquio con il nunzio Lucibello è stato dedicato in buona parte al rapporto con l’Islam. Egli ha sottolineato che si tratta di sviluppare «un dialogo ancor prima interculturale che interreligioso». Maria Voce era stata accolta dall’arcivescovo con accenti calorosi, date le comuni origini calabresi, e aveva potuto visitare nella sede della nunziatura lo studio del futuro Giovanni XXIII che qui fu nunzio a cavallo degli anni Quaranta.

 

Tra le note comuni emerse, una assume particolare valore. Pelatre e Lucibello hanno espresso profonda stima nei confronti di Bartolomeo I e manifestato vivo apprezzamento per l’instancabile lavoro che il patriarca sta svolgendo – nonostante difficoltà esterne e resistenze interne – a favore del dialogo ecumenico e con i musulmani.

 

Nella sua permanenza, la presidente dei Focolari è tornata a visitare, con evidente gioia, alcuni luoghi simbolo della città, dalla Moschea blu al museo di arte islamica. A Santa Sofia – prima basilica, poi moschea, ora museo – ha confidato: «Non riesco a trattenere la commozione: nonostante la folla, è un luogo che lega subito al Cielo. M’è venuto da chiedere a Dio perdono per la separazione tra le Chiese».

 

Da qui, un ulteriore spinta a vivere con rinnovato impegno per l’unità tra cristiani e per il dialogo con l’Islam, come Maria Voce ha detto alla comunità focolarina di Istanbul, incontrata a conclusione della visita. La città e la Turchia sono infatti realtà strategiche nel quadro internazionale, non solo religioso. Apprezzate e incoraggianti perciò le parole di riconoscenza rivolte a Maria Voce da parte di mons. Pelatre «per aver non solo mantenuto qui i due focolari ma anche di averli rinnovati con l’arrivo di altri focolarini e focolarine». Un vero e proprio investimento sul presente e sul futuro.

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