Il Parlamento europeo vuole di mantenere l’attuale diritto al risarcimento dopo un ritardo di tre ore, oltre a garantire posti gratuiti per bambini e bagaglio a mano per tutti. Per ora è stata solo la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo che, con 34 voti favorevoli e due astensioni, ha approvato le sue linee guida per le negoziazioni che si aprono con il Consiglio dei ministri dell’Unione europea (Ue) e con la Commissione europea sulle modifiche ai diritti dei passeggeri aerei nell’Unione. Tali proposte interessano i tanti passeggeri che volano in Europa, andando a garantire loro maggiori diritti ma anche maggiore dignità, laddove oggi sono trattati da alcune compagnie aeree più come pacchi che come ospiti.
Gli eurodeputati della Commissione Trasporti manifestano la volontà dell’assemblea di Strasburgo di mantenere il diritto dei passeggeri aerei a essere rimborsati o reindirizzati, nonché a richiedere un risarcimento in caso di ritardo del volo superiore a tre ore o cancellazione, o in caso di negato imbarco, per esempio a causa dell’odiosa pratica dell’overbooking. Nello specifico, gli eurodeputati vogliono mantenere un limite massimo di tre ore di ritardo del volo, indipendentemente dalla distanza percorsa, che sarebbe rilevante solo ai fini del risarcimento che i passeggeri potrebbero richiedere (da 300 a 600 euro). I passeggeri di voli cancellati o a cui è stato negato l’imbarco godrebbero dello stesso risarcimento.
Al contrario, il Consiglio dell’Ue e la Commissione europea chiedono di aumentare l’attuale limite massimo di ritardo del volo a quattro o sei ore. Infatti, già nel 2013, la Commissione europea propose di aumentare la soglia di ritardo a cinque ore per tutti i voli intra-UE o per i voli fino a 3.500 chilometri, a nove ore per i voli al di fuori dell’Ue tra 3.500 e 6.000 chilometri e a 12 ore per i voli al di fuori dell’Ue superiori a 6.000 chilometri. Poi, il dossier è rimasto bloccato per anni, tornando sotto i riflettori solo quando il Consiglio dell’Ue, a giugno, ha proposto una soglia di quattro ore per i voli fino a 3.500 chilometri o all’interno dell’Ue, e di sei ore per i voli superiori a 3.500 chilometri.
Inoltre, gli eurodeputati chiedono l’introduzione di un modulo comune per le richieste di risarcimento e rimborso, che gli stessi vettori aerei sarebbero tenuti a inviare ai passeggeri, o ad attivare canali di comunicazione automatici alternativi, entro 48 ore dal verificarsi di un’interruzione. I viaggiatori avrebbero un anno di tempo per presentare una richiesta di risarcimento. In caso di negato imbarco, i viaggiatori riceverebbero un risarcimento immediato. Gli eurodeputati propongono un elenco definito di eccezioni che esonererebbero le compagnie aeree dal pagamento di risarcimenti nel caso di calamità naturali, di guerre, di condizioni meteorologiche avverse o controversie di lavoro impreviste, ad esclusione degli scioperi del personale.
Contestualmente, gli eurodeputati affrontano due questioni diventate ormai critiche e che interessano moltissimo i passeggeri. Innanzitutto, quella del bagaglio a mano, diventato un incubo per chi viaggia, non solo sulle compagnie low cost. Infatti, si vuole riconoscere il diritto di portare a bordo gratuitamente un oggetto personale, come una borsa, uno zaino o un computer portatile, a condizione che possa essere riposto sotto il sedile anteriore, più un piccolo bagaglio a mano di dimensioni massime di 100 cm (lunghezza, larghezza e altezza combinate) e di peso non superiore a 7 kg.
Il Consiglio dell’Ue, invece, vuole consentire il trasporto gratuito di un solo bagaglio a mano di dimensioni massime di 40 cm x 30 cm x 15 cm, che possa essere sistemato sotto il sedile. La Commissione europea sostiene questa proposta, tanto che l’8 ottobre ha avviato una procedura di infrazione contro la Spagna per aver multato le compagnie aeree che applicano costi aggiuntivi per i bagagli a mano di dimensioni maggiori. Ancora, la questione del check-in, per il quale gli eurodeputati chiedono l’abolizione dei costi, sia online che in aeroporto, nonché per la correzione di errori di ortografia nei nomi dei passeggeri o per consentire ai bambini di età inferiore ai 14 anni di sedersi accanto al passeggero che li accompagna. Inoltre, i passeggeri dovrebbero avere il diritto di scegliere tra una carta d’imbarco cartacea o digitale.
L’eurodeputato bulgaro Andrey Novakov, del gruppo del Partito Popolare Europeo, relatore della posizione negoziale, sottolinea che «il Parlamento europeo è pronto a lottare per i passeggeri», poiché «dietro ogni ritardo o cancellazione ci sono persone reali, compleanni, funerali, matrimoni e colloqui di lavoro persi». Gli eurodeputati vogliono restare «fermi sul mantenimento della soglia di tre ore per il risarcimento», una posizione sostenuta anche dalla Corte di giustizia dell’Ue, per la quale le proposte come «un giusto equilibrio tra la tutela dei passeggeri», laddove «un settore dell’aviazione competitivo rimane essenziale, ma mai a scapito dei diritti dei cittadini». Infatti, nel 2014, la Corte di Giustizia dell’Ue, in una sentenza che vedeva sotto accusa la compagnia spagnola Vueling, affermò che il bagaglio a mano deve essere considerato, in linea di principio, un elemento necessario del trasporto dei passeggeri. E, proprio perché necessario, il suo trasporto gratuito deve essere garantito.
Mentre le associazioni dei consumatori sono a favore della posizione del Parlamento europeo, al contrario, le compagnie aeree europee sono sul piede di guerra. A4E, una lobby delle compagnie aeree che include il gruppo Lufthansa, che include anche compagnie come Swiss, Brussels Airlines e ITA Airways, Air France-KLM, Ryanair e IAG, proprietaria di compagnie come British Airways e Iberia, ha già bollato come irrealistico il testo del Parlamento europeo. Proprio la forza delle lobby delle compagnie aeree sarà il banco di prova per gli Stati membri e della Commissione europea che, nel corso dei prossimi mesi, proveranno ad annacquare le proposte degli eurodeputati. Vero è che le compagnie aeree sono pressate dalla riduzione dei costi, a scapito dei diritti dei passeggeri e anche dei lavoratori del comparto.
È notizia di questi giorni che la compagnia aerea svizzera Swiss stia valutando l’ipotesi di impiegare equipaggi indiani sui propri aerei, che costerebbero meno di un quarto degli equipaggi svizzeri. Questa sorta di dumping salariale è inaccettabile. Forse, garantire degli standard minimi per tutte le compagnie aeree oltre che essere un bene per i passeggeri sarebbe un bene per le stesse compagnie aeree, scoraggiando quelle pratiche delle compagnie low cost che sembrano arricchire solo gli investitori. D’altronde, acquistare un biglietto aereo a 10 euro è senz’altro un piacere, ma non un diritto.