Nonni e nipoti dopo la separazione

Che fine fanno i rapporti con la famiglia di origine quando una coppia si separa?

Quando una coppia si separa si trova davanti più sfide e tra queste anche la possibilità di garantire a nonni e nipoti una continuità di rapporto.

Se nei casi più fortunati nonni e nipoti si incontrano più volte a settimana, vi sono tante altre situazioni in cui la visita ai nonni è piuttosto sporadica fino ai casi estremi in cui non è contemplata, ad esempio quando si vive in regioni o stati diversi, quando la quotidianità è organizzata in modo da non lasciar spazio a queste possibilità oppure quando i rapporti tra i nuclei familiari e quello d’origine sono difficili.

Durante la separazione emergono nuovi bisogni, nuove paure e nuove distanze e ognuna necessita di una riflessione e riorganizzazione. Superata la prima fase in cui i due genitori riorganizzano la propria vita e trovano un equilibrio per ciascun sottonucleo madre-figli/padre-figli, occorrerebbe pensare anche a garantire una continuità relazionale con tutti gli altri parenti: nonni, zii, cugini.

In questa riorganizzazione della geografia dei rapporti hanno un ruolo sia la tipologia di rapporti preesistenti con i membri della famiglia allargata, sia le nuove scelte di vita che le persone intraprendono.

Un ruolo speciale lo assumono i nonni che da sempre hanno rivestito negli immaginari collettivi ruoli diametralmente opposti: di supporto o di ostacolo alla famiglia.

Nel ruolo di supporter i nonni sono custodi di tradizione, continuità e unità familiare. Essi sono preziosi per poter offrire, in modo quasi del tutto unico, uno sguardo longitudinale sulle cose della vita ed in definitiva di lungimiranza. Per via della loro maturità e vasta esperienza sono in grado, spesso attraverso gesti umili, di mostrare virtù come la sapienza e la pazienza.

Sono sempre ben disposti a raccontare la loro storia, cosa che permette ai nipoti di scoprire nessi tra le persone e le fasi di vita e di appropriarsi della storia di famiglia. Questi racconti permettono anche ai nonni di scoprire o attribuire, attraverso le domande o le osservazioni spontanee dei nipoti, nuovi significati agli aspetti della propria vita.

Molto spesso, proprio perché non hanno più il ruolo di coloro che devono vigilare sull’osservazione delle regole, possono più facilmente offrire quel contenimento empatico e quasi complice in cui il giovane si sente maggiormente a suo agio e può rifugiarsi quando non si sente compreso o non sa come affrontare alcuni temi.

In questo modo il ragazzo può beneficiare di un supporto super partes nella comprensione e rielaborazione dell’esperienza, mentre a sua volta il genitore beneficia della serenità di sapere che ciò che non è elaborato con lui può essere elaborato con i nonni. Questo processo funziona quando gli adulti nutrono vicendevolmente fiducia e rispetto nei rispettivi ruoli.

Ci sono situazioni in cui questo non si verifica ed a turno nonni, generi e nuore vengono additati come causa della difficoltà relazionale se non addirittura della disgregazione familiare. La radice comune a questa conflittualità risiede in una immaturità relazionale di uno o più componenti che si esprime in due difficoltà: 1) di gestione dei confini personali, sia in eccesso che in difetto e 2) di validazione dei rispettivi ruoli.

Gli effetti prodotti vanno dalla sovrapposizione (con squalifiche al ruolo ed alla persona) all’invadenza ed al controllo fino a vere e proprie manipolazioni. In tale compagine la complicità diviene pericolosa poiché assume il ruolo di schieramento.

Al di là dei casi estremi, ci si dovrebbe ricordare che i figli per crescere ed essere preparati ad affrontare la vita devono poter imparare a relazionarsi con esperienze, modi di fare, tipologie caratteriali differenti.

Hanno bisogno di sentirsi raccontare dai diretti interessati la storia delle proprie origini per poter avviare e completare il processo interno di “individuazione” che li poterà a divenire adulti maturi. Saranno essi nel tempo a trarre le loro considerazioni rispetto a ciascuno e decidere in che modo portare avanti quello specifico rapporto.

La sfida per il genitore è quella di rendergli possibile di imparare a valorizzare in ciascuno il bello che può offrire, fosse anche solo una torta di quelle “come solo la nonna la fa” o due chiacchiere in giardino o uno sguardo che riesce a trasmettere più di mille parole.

Allora i nonni smetterebbero di essere dei babysitter o dei tassisti o peggio ancora dei nemici, “sempre i soliti” da vedere il meno possibile se non da tener lontano. Li si potrebbe cogliere in nuove sfumature, specialmente se fuori dai loro contesti abituali, e considerare come ogni altra persona esseri umani in divenire capaci di offrire ai nipoti aspetti sempre nuovi e rivisitati di sé.

Eh si! I nipoti hanno il ruolo speciale di offrire l’occasione di riscoprire un rapporto nuovo tra genitori e figli della generazione precedente.

 

 

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