Che si tratti di competizioni giovanili o amatoriali, piuttosto che di attività agonistica svolta ai massimi livelli, nello sport si gareggia sempre per raggiungere un determinato obiettivo. Può essere semplicemente la voglia di svagarsi o di mantenersi in forma, oppure quello di provare ad allenarsi per dare spazio al proprio spirito competitivo. Puntando, magari, a vincere qualcosa di importante. Ma lo sport è anche altro: impegno e sacrificio, passione ed emozione, lealtà e rispetto per gli avversari. Valori, questi ultimi, che la pratica sportiva infonde sin dal primo approccio ad essa. Valori che, in molti sportivi, si manifestano in piccoli ma significativi gesti concreti, dall’attività giovanile fino all’apice del successo. Come accaduto più volte nelle ultime settimane…
Nicolò Caratello, ad esempio, è un ragazzo del 2006 che recentemente ha preso parte ad una partita di calcio giovanile indossando la maglia gialla della squadra del Leinì che, opposta al Saint Christophe, si giocava l’accesso ai campionati regionali di categoria di Aosta. Una partita “importante”, uno spareggio, disputato sul campo neutro di Albiano d’Ivrea. La squadra di Nicolò si è imposta per 1-0, ed alla fine del match vedendo uno dei suoi avversari, Pierre Vierin, solo e a terra in un angolo in preda ad una crisi di pianto, lui non è rimasto indifferente. Ha lasciato i festeggiamenti che stava facendo insieme ai suoi compagni di squadra, e dirigendosi verso il suo avversario gli ha teso una mano per aiutarlo ad alzarsi, tornando poi insieme abbracciati al centro del campo. Un gesto “virtuoso”, che ha spinto il Comitato Nazionale Sanmarinese Fair Play ad assegnare a Nicolò il Premio Fair Play.
Altra regione (questa volta siamo in Lombardia), altro sport (parliamo di pallavolo), ma stesso rispetto per gli avversari sono invece quelli che hanno visto come protagoniste Sara Brena e Sara Leonardi, giovanissime giocatrici della Polisportiva San Giorgio di Liscate. Le due ragazze, proprio nelle scorse settimane, hanno disputato una partita riservata alle atlete della categoria under 12 contro la Pallavolo Cernusco. In un momento di sconforto, per qualche errore “di troppo” commesso durante il match, una loro avversaria, Lucilla Callipari, è scoppiata a piangere. Loro non ci hanno pensato un attimo, hanno attraversato la rete, e sono corse a consolarla. Il gesto non è passato inosservato, tanto che poi proprio per questa solidarietà espressa nei confronti di Lucilla sono state successivamente premiate dal commissario tecnico della nazionale italiana femminile Davide Mazzanti.
Ja Morant non è una giovane promessa, ma un professionista della pallacanestro che gioca nella NBA nella fila dei Memphis Grizzlies. Seconda scelta assoluta al draft del 2019, l’evento annuale nel quale le squadre del massimo campionato statunitense possono scegliere nuovi giocatori, da un paio d’anni è considerato da tanti addetti ai lavori come uno dei più grandi talenti emergenti di questo sport. E a ragione, visto che Morant è già diventato una “superstar”, e quest’anno è stato insignito del prestigioso premio riservato al giocatore che, nell’ultima stagione, ha mostrato più progressi (most improved player). Lui, però, si è reso protagonista di un gesto controcorrente. Ha preso il trofeo, e ritenendo ci fosse un suo compagno di squadra che lo meritasse di più, lo ha ceduto a Desmond Bane (che era arrivato secondo nella classifica di questo premio), facendoglielo trovare impacchettato nella cucina del suo appartamento.
Romain Bardet, infine, è un trentunenne ciclista francese. Ottimo scalatore, in carriera ha vinto tra l’altro anche tre tappe al Tour de France, la più importante corsa a tappe del panorama internazionale di questa disciplina, giungendo due volte sul podio finale della stessa competizione (secondo nel 2016 e terzo nel 2017). Insomma, parliamo di un ottimo corridore, che quando si presenta al via di una gara lo fa spesso per provare a vincere. Come ha fatto recentemente quando ha partecipato alla Liegi – Bastogne – Liegi, una delle classiche “monumento” delle due ruote. A circa sessanta chilometri dal traguardo, però, uno dei grandi favoriti della vigilia, il campione del mondo in carica Julian Alaphilippe, è stato coinvolto in un grave incidente che lo ha costretto ad atterrare sul ciglio della strada andando a sbattere ad un pino (per lui rottura di diverse costole e frattura della scapola).
«Vedo Julian, lo vedo che sta davvero male. Riesce a malapena a respirare, non parla e non si muove. Ho avuto come l’impressione che fossi l’unico lì a vedere che stava soffrendo e che la gara stesse continuando senza badare a lui. Ho avuto paura che rimanesse lì, tutto solo», ha raccontato a caldo. Romain, assistendo a quanto accaduto al suo connazionale, si è subito fermato per prestargli soccorso, rinunciando così ad ogni velleità di successo. Perché, per chi pratica dello sport, non conta solo provare a vincere.
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