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Nigeria: violente proteste ad Abuja

di Armand Djoualeu

- Fonte: Città Nuova

Ad Abuja, numerosi manifestanti pacifici che chiedevano il rilascio di Nnamdi Kanu, leader del partito politico Indigenous People of Biafra (Ipob), sono stati dispersi violentemente dalla polizia

Gas lacrimogeni sparati dalla polizia per impedire ai manifestanti di radunarsi nel centro di Abuja, in Nigeria, il 20 ottobre 2025. La polizia ha impedito una marcia per la liberazione di Nnamdi Kanu, attivista politico britannico, fondatore e leader dell’Indigenous People of Biafra (IPOB). Kanu è in custodia cautelare dal giugno 2021. Una commissione medica lo ha dichiarato idoneo a continuare ad affrontare il suo processo per terrorismo, in corso, per le sue attività secessioniste e per aver chiesto un Biafra sovrano separato dalla Nigeria. Ansa EPA/EMMANUEL ADEGBOYE

Dalle manifestazioni in Marocco della Generazione Z a quelle in corso in Camerun (in attesa dei risultati delle elezioni presidenziali del 12 ottobre), fino a quelle che hanno portato alla fuga del presidente malgascio la scorsa settimana, la Nigeria si è unita alla lotta con una manifestazione violentemente repressa dalla polizia ad Abuja, la capitale.

Lunedì 20 ottobre, i manifestanti che chiedevano il rilascio di Nnamdi Kanu, il leader detenuto del partito politico Indigenous People of Biafra (Ipob), secondo quanto riferito da testimoni, si sono scontrati con la polizia. La manifestazione faceva parte della campagna #ReleaseNnamdiKanuNow, che mira a fare pressione sul governo affinché rispetti una sentenza della Corte d’Appello del 2022 che ha assolto Kanu, che possiede anche la cittadinanza britannica. Tuttavia, questa decisione è stata annullata l’anno successivo dalla Corte Suprema. Secondo testimoni, la polizia ha fatto uso eccessivo della forza per disperdere manifestanti pacifici radunati nel quartiere Utako di Abuja. I manifestanti sono stati costretti a fuggire dopo l’uso di gas lacrimogeni. Diverse persone, tra le quali alcuni giornalisti, sono rimaste ferite.

L’iniziativa, sostenuta anche al di fuori della comunità Igbo (che rappresenta circa il 17% della popolazione nigeriana), si inserisce in un clima di diffuso malcontento per la crisi economica e il governo del presidente Bola Ahmed Tinubu. «I nigeriani non sono solo insoddisfatti, sono frustrati», ha sottolineato un testimone, sottolineando l’impennata dei prezzi e la fine dei sussidi per il carburante decisa in occasione dell’insediamento di Bola Ahmed Tinubu nel maggio 2023.

I manifestanti intendono denunciare quello che considerano un sistema giudiziario a due livelli in Nigeria. «Il governo sta riabilitando ex membri di Boko Haram, ma sta lasciando Nnamdi Kanu a languire in prigione», denuncia Igboayaka O. Igboayaka, dell’Igbo Youth Movement, una comunità del sud-est a lungo emarginata dalla guerra del Biafra.

Il leader del movimento indipendentista del Biafra è detenuto dal 2021 con l’accusa di tradimento e terrorismo, in seguito al suo arresto in Kenya e alla controversa estradizione in Nigeria. Da allora, il suo processo è in stallo, mentre i suoi sostenitori denunciano il trattamento discriminatorio.

La data del 20 ottobre non è stata scelta a caso: ricorre il massacro di Lekki del 2020, quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti pacifici del movimento #EndSARS a Lagos. Questo anniversario riapre le ferite di un Paese ancora segnato dalla violenza e dalla repressione della polizia. Secondo diversi testimoni, le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni per disperdere la folla radunata nel quartiere di Utako, ferendo diversi civili e giornalisti.

Nnamdi Kanu, figura controversa del movimento biafrano, si batte da anni per l’autodeterminazione del popolo Igbo nella Nigeria sudorientale, una regione storicamente segnata dalla guerra del Biafra (1967-1970). Il suo arresto nel 2021, seguito da diversi rinvii giudiziari, ha alimentato tensioni etniche e politiche nel Paese più popoloso dell’Africa.

A più di 50 anni dalla guerra del Biafra, le cicatrici identitarie della Nigeria non sono ancora guarite. La violenta dispersione ad Abuja dei sostenitori di Nnamdi Kanu dimostra che la questione biafrana rimane una questione instabile, in grado di riaccendere le divisioni etniche e mettere alla prova la resilienza democratica del Paese.

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