Nel 2010 meno infortuni mortali

Presentato il Rapporto annuale dell’Inail sulla sicurezza sul lavoro: per la prima volta dal dopoguerra si scende sotto i mille casi annui. Ma molto resta ancora da fare
sicurezza lavoro

Non si può cantare vittoria. Tuttavia nel 2010 – per la prima volta dal dopoguerra – la soglia dei morti sul lavoro è scesa sotto i mille casi, 980 per la precisione. Questi i dati che emergono dal rapporto annuale Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

 

L’abbattimento della cosidetta soglia psicologica dei mille casi/anno, che rappresenta comunque un dato positivo, non può lasciarci tranquilli; infatti, come ha detto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, «basterebbe un solo morto per non dichiararci soddisfatti». Lo stesso Sacconi ha evidenziato anche alcune criticità emerse nel rapporto annuale soprattutto relative alla situazione di immigrati e delle donne, categorie di lavoratori per le quali risulta in aumento il numero degli eventi infortunistici. È necessario pertanto, ha continuato il ministro del Welfare, «creare ambienti di lavoro sicuri perché il lavoro è fonte di vita e di realizzazione della persona e non fonte di morte».

 

Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini punta sulla «necessità di porre al centro del sistema dei rapporti di produzione una moderna cultura del lavoro, che non può tollerare alcun compromesso sull’integrità della vita umana, e questo anche a costo di un incremento degli oneri e dei vincoli in capo al sistema delle imprese», citando il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che nei suoi numerosi interventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sul drammatico fenomeno degli infortuni ha affermato che «l’incolumità e la salute dei lavoratori costituiscono valori primari per la società e la loro tutela è interesse non solo del singolo, ma di tutta la collettività».

 

Su questo fronte l’anno 2010 è stato cruciale per l’Inail, che è e diventerà sempre più un interlocutore unico per le aziende e i cittadini, più vicino alle specificità delle Istituzioni sul territorio (Regioni, Asl) con un risparmio sulla spesa pubblica e meno burocrazia. Un risultato dovuto alla nascita del Polo della salute e della sicurezza sul lavoro, frutto dell’incorporazione – prevista dalla legge n. 122/2010 – dell’Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema) e dell’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl). Non solo. Le linee guida, il nuovo portale della prevenzione e un sistema di incentivi che entro il 2012 permetterà all’Inail di destinare oltre 700 milioni di euro a favore di tutte le aziende (anche individuali) iscritte alla Camera di commercio che decidono di investire nella sicurezza dei propri lavoratori, fanno dell’Istituto non più solo un ente assicuratore, ma gli attribuiscono un ruolo essenziale della prevenzione per la presa in carico globale del lavoratore.

 

Si va verso una prevenzione strutturale ma, come ha dichiarato il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori, «per conseguire risultati ancora più soddisfacenti è indispensabile puntare sulla diffusione capillare e mirata delle azioni di prevenzione: è urgente un ulteriore salto di qualità».

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