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Nazioni Unite: la nostra agenda comune

di Fabio Di Nunno

- Fonte: Città Nuova

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

Un rapporto del segretario generale dell’Onu riconosce le sfide globali e rilancia un rinnovato multilateralismo

agenda comune

Il segretario generale delle Nazioni Unite (Onu), Antonio Guterres, ha presentato il suo piano per migliorare le Nazioni Unite e renderle più attuali e funzionali ad affrontare le sfide di un mondo globalizzato, profondamente diverso da quello uscito dalla II Guerra Mondiale. Il rapporto, chiamato “La nostra agenda comune ”, rappresenta sia un’opportunità storica sia una responsabilità per l’Onu di avviare un processo per diventare un’organizzazione internazionale autenticamente democratica e inclusiva.

Come riconosciuto dallo stesso Guterres, «la comunità internazionale sta palesemente fallendo nel proteggere i nostri beni comuni globali più preziosi: gli oceani, l’atmosfera, lo spazio e la natura incontaminata dell’Antartide». Allo stesso tempo, non sta sviluppando «politiche per sostenere la pace, la salute globale, la vitalità del nostro pianeta e altri bisogni urgenti».

Per oltre un anno, Guterres ha consultato gli Stati membri, rappresentanti della società civile e cittadini. Esperti globali, giovani, attivisti della società civile, parlamentari, rappresentanti del settore privato, accademici delle università e gruppi di riflessione, insieme, hanno mappato i rispettivi bisogni ma anche evidenziato le criticità dell’Onu: una preoccupazione ricorrente è la necessità di avvicinare l’Onu alla gente comune.

Il rapporto “La nostra agenda comune” si basa su molte delle idee emerse durante questo esercizio di ascolto globale, durato per l’appunto un anno e sviluppato nel contesto del 75° anniversario della fondazione dell’Onu. Nel corso della consultazione, più di 1,5 milioni di persone in tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite hanno espresso un forte sostegno pubblico alla cooperazione internazionale e il desiderio di un multilateralismo più efficace, più inclusivo e più interconnesso in futuro.

Il rapporto “La nostra agenda comune” fornisce una visione di come il multilateralismo possa adattarsi alle minacce del XXI secolo e richiede un rinnovato impegno a generare i beni pubblici globali necessari per il futuro dell’umanità e del pianeta, basata sulla solidarietà tra nazioni, popoli e generazioni. Proprio ai giovani, infatti, Guterres ha chiesto di porsi come «progettisti del proprio futuro».

Questo rapporto sintetizza le idee chiave emerse durante il processo di riflessione e offre suggerimenti su come portarle avanti, attorno a quattro grandi temi: un rafforzamento della governance globale, un focus sul futuro, un nuovo contratto sociale e un’Organizzazione delle Nazioni Unite pronta per una nuova era.

Il 75° anniversario delle Nazioni Unite nel 2020 è arrivato, del resto, in un momento di grandi sconvolgimenti e pericoli. Nel bel mezzo della pandemia di Covid-19, gli Stati membri si sono uniti, riconoscendo che le nostre sfide globali sono interconnesse e possono essere affrontate solo attraverso un rinvigorito multilateralismo con le Nazioni Unite al centro dei nostri sforzi. Eppure, la mancanza di una risposta globale e di un programma di vaccinazione per porre fine alla pandemia di Covid-19 è un chiaro esempio del fallimento del sistema multilaterale internazionale.

Ciononostante, gli Stati membri si sono impegnati a rafforzare la governance globale per il bene delle generazioni presenti e future e, a tal fine, hanno chiesto al segretario generale di riferire con raccomandazioni per far avanzare la nostra agenda comune e per rispondere alle sfide attuali e future. Gli Stati membri hanno individuato 12 aree di azione che possono essere affrontate solo attraverso un multilateralismo rinvigorito: non lasciare nessuno indietro, proteggere il pianeta, promuovere la pace e prevenire i conflitti, rispettare il diritto internazionale e assicurare la giustizia, aprire un focus sulle donne e sulle ragazze, costruire la fiducia, migliorare la cooperazione digitale, migliorare le Nazioni Unite, assicurare finanziamenti sostenibili, rafforzare i partenariati, ascoltare i giovani e lavorare con loro, prepararsi alle sfide globali.

Guterres ha riconosciuto che «le istituzioni multilaterali si sono dimostrate troppo deboli e frammentate per le sfide e i rischi globali di oggi e, di conseguenza, rischiamo un futuro di grave instabilità e caos climatico». Egli ha dunque proposto la realizzazione di una serie di summit, nei prossimi anni, che affrontino separatamente le varie questioni.

Indubbiamente iniziative come quelle di Guterres e le pressioni della società civile possono stimolare i decisori politici, ma la verità, ahinoi, è che il potere di riformare e migliorare le Nazioni Unite risiede negli Stati membri, così come la possibilità di rilanciare il multilateralismo nel XXI secolo, in un mondo dove, però, si alzano muri.

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