Un forum di 10 sindacati ha indetto per mercoledì 9 luglio uno sciopero nazionale in India, chiamato anche “Bharat Bandh”, che prevede la presenza di 25 milioni di manifestanti. Come si legge nella loro dichiarazione, protestano contro «la privatizzazione delle imprese del settore pubblico e dei servizi pubblici, le politiche di esternalizzazione, l’appalto e la precarizzazione della forza lavoro».
Fra i partecipanti, agricoltori e lavoratori rurali, lavoratori del settore edile, bancario, assicurativo, postale e minerario che contestano «politiche anti-lavoratori, anti-agricoltori e anti-nazionali, pro-aziendali del governo». Il Bharat Bandh ha provocato l’interruzione dei trasporti pubblici in diverse parti dell’India, il blocco dei binari ferroviari, dell’autostrada nazionale intorno a Bhubaneswa e la sospensione delle principali attività commerciali in alcuni stati come Kerala.
Il forum dei sindacati dei lavoratori afferma di aver presentato al ministro del Lavoro Mansukh Mandaviya un documento con 17 richieste riguardanti le politiche lavorative ed economiche, senza aver ricevuto nessuna risposta concreta. Assicura che tali politiche hanno provocato una riduzione dei salari e un aumento dei prezzi e delle disuguaglianze.
I lavoratori chiedono al governo, fra le altre cose, di ridurre la disoccupazione, creare più posti di lavoro, cancellare i contratti di lavoro a termine e aumentare il numero di giornate lavorative, limitandone l’orario giornaliero a 8 ore.