In occasione dei 50 anni dalla morte, avvenuta in Costa Azzurra l’8 aprile del 1873, l’Italia celebra l’artista di Malaga con due mostre, “Picasso e l’antico” e “Pablo Picasso. Le origini del mito”, rispettivamente al Mann (Museo archeologico nazionale di Napoli) di Napoli dal 5 aprile al 27 agosto e alla Fortezza Firmafede di Sarzana dall’8 aprile al 16 luglio.
Queste due esposizioni rientrano in un ricco calendario di commemorazioni promosse dai più importanti musei d’Europa e degli Stati Uniti. Francia e Spagna stanno infatti collaborando al Picasso Celebration 1973-2023, un progetto che prevede oltre sessanta tra eventi e mostre in Europa (Germania, Svizzera, Principato di Monaco, Romania e Belgio) e America del Nord, dedicate ad un’analisi storiografica di Picasso, uno dei più grandi artisti del ‘900, e della sua creatività caratterizzata da una continua evoluzione di ispirazione e stile.
«La famiglia di Picasso era ligure ed è quindi una mostra che acquista anche per questo un significato ancora più profondo, si tratta di un ritorno alle origini – spiega Lola Durante Ucàr, curatrice della mostra alla Fortezza Firmafede –. Se c’è qualcosa che possa arrivare a spiegare la complessa personalità di Picasso è la sua passione, la sua curiosità, il suo immenso affanno di conoscere e sperimentare. Picasso utilizza un marcato e inconfondibile linguaggio pittorico, pieno di genialità, che ha rivoluzionato il ventesimo secolo, e lo ha fatto diventare un mito».
Al Museo archeologico nazionale di Napoli invece si racconta il rapporto tra Picasso e l’antico partendo dal racconto della sua celebre visita a Napoli e Pompei nel 1917. Come spiega il direttore Paolo Giulierini «Siamo di fronte al più raffinato dialogo mai composto fra i disegni e le opere del Maestro e le statue e gli affreschi delle collezioni Farnese e pompeiane. Nessun museo al mondo poteva costruire una simmetria del genere». (Foto: Wikipedia)