Quando c’è un’emergenza sanitaria, la velocità di intervento è quella che può assicurare o meno, in molti casi, la sopravvivenza del malato. Tuttavia, purtroppo, anche in questo ambito, la sanità italiana è sempre più in difficoltà e le differenze tra le varie aree del Paese può diventare discriminante.
La terza “Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti” dell’Agenas, condotta nel 2023 su dati relativi al 2022, ha analizzato i tempi di intervento per quattro tipi di situazioni: emergenze cardiologiche, ictus, da trauma, emergenze da urgenza. I questionari sono stati compilati dalle Regioni e hanno considerato una serie di indicatori, dalla proporzione di infarti trattati con angioplastica entro 90′ minuti dal ricovero alla mortalità a 30 giorni, dal totale di ricoveri e tempo di permanenza in pronto soccorso alla percentuale di abbandono di tali reparti.
I dati hanno messo in evidenza le regioni dove funzionano meglio i soccorsi. Per la rete cardiologica spiccano Lazio, Liguria e Marche. Bene anche Emilia Romagna, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto. Agli ultimi posti troviamo invece Abruzzo e Calabria, Valle d’Aosta e Molise. Per gli infarti trattati con angioplastica coronarica entro 90 minuti dal ricovero, come previsto dagli standard ministeriali, al primo posto c’è la Provincia autonoma di Trento (62,35%). Va invece male in Basilicata (34,48%), Liguria (39,41%) e Sicilia (42,82%).
Per la rete ictus, va male in Sardegna e Abruzzo, mentre le migliori sono Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche e Campania. A 30 giorni dall’ictus, la maggiore mortalità si ha in Basilicata, la minore in Umbria (7,63%).
La rete di Emergenza-urgenza (cioè la gestione dei pronto soccorso) va bene in varie Regioni del Nord: innanzi tutto nella provincia autonoma di Bolzano, ma anche in Veneto e Lombardia. Va male invece al Sud: ultima la Campania, ma ci sono criticità anche in Sardegna e in Valle d’Aosta.
Rispetto ai tempi di attesa al pronto soccorso, la migliore è la Valle d’Aosta, con un tempo medio tra l’arrivo e il ricovero dei pazienti di 88,5 minuti, la peggiore il Lazio con 305 minuti. Si abbandona invece il pronto soccorso senza aver ricevuto assistenza in Campania (11,80%), Sardegna (24,31%) e Sicilia (12,71%), con percentuali molto più alte rispetto ad una media nazionale del 6,29%. Una situazione insopportabile e ingiustificabile, che richiederebbe un intervento deciso ed efficace delle istituzioni.