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Campiotti: “Al tempo del Covid siamo davvero ‘tutti uno'”

di Aurelio Molè

Il regista e sceneggiatore Giacomo Campiotti racconta la sua vita e la sua arte. Il tv-movie sulla fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, è solo l’ultimo dei suoi successi. In questa intervista il cineasta spiega cosa rappresenta per lui e nel mondo di oggi la figura di Chiara e che immagine ha voluto darne nel film.

Il regista Giacomo Campiotti con Cristiana Capotondi.

«La pandemia è la dimostrazione scientifica che Chiara Lubich e Gesù hanno ragione: o ne usciamo tutti insieme o nessuno». Così il regista e sceneggiatore Giacomo Campiotti che ha firmato la fiction “Chiara Lubich. L’amore vince tutto”, andato in onda su Rai 1. «Il mondo è piccolo: siamo tutti uniti. Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo e piccole azioni possono provocare grandi cambiamenti. E come posso essere felice io se non è felice mio fratello?», prosegue il regista. È stata anche l’occasione di ripercorrere le tappe della sua carriera. Campiotti inizia  come assistente e poi aiuto regista di Mario Monnicelli. Nel “laboratorio” di Ermanno Olmi realizza i primi corti e mediometraggi. Raggiunge il successo con serie tv e film, premiati dalla critica internazionale. «A 17 anni mi animava l’amore per l’avventura. Sono scappato a Bologna per studiare al Dams».

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