Per decenni le gemelle Kessler hanno calcato insieme i grandi palcoscenici del mondo: Alice ed Ellen, nate nel 1936 in un piccolo paese della Sassonia, erano artiste versatili: cantanti, ballerine, attrici. Il 17 novembre scorso, all’età di 89 anni, hanno deciso volontariamente di porre fine alla loro vita nella loro casa di Grünwald, vicino a Monaco di Baviera. A tal fine hanno fatto ricorso all’eutanasia. Il suicidio assistito delle famose sorelle ha fatto scalpore in Germania e ha sollevato questioni etiche e giuridiche.
Gambe lunghe, capelli biondi e sempre un sorriso sulle labbra: i loro tratti distintivi erano il canto a due voci e le coreografie perfette. Le gemelle Kessler hanno lavorato nel mondo dello spettacolo per oltre 60 anni, sono state considerate per un certo periodo le donne più belle del mondo e in Germania sono state soprannominate anche “le gambe della nazione”. Fuori dalla Germania erano celebrate soprattutto in Francia, Italia e Stati Uniti. Si esibivano sempre in coppia, ma anche insieme a grandi nomi come Frank Sinatra, Fred Astaire, Harry Belafonte e Dean Martin. Già dalla metà degli anni ’50 recitarono in alcuni film. Dal 1962 al 1986 ebbero la residenza fissa in Italia.
Per tutta la vita Alice ed Ellen hanno fatto praticamente tutto insieme. La loro infanzia è stata segnata dalla guerra, dalla povertà e da un padre alcolizzato: le difficili condizioni di vita dei primi anni sembrano averle unite ancora di più di quanto non lo fossero come gemelle identiche. Già alcuni anni fa avevano annunciato di voler rimanere unite anche nella morte e di voler essere sepolte insieme in un’urna. Secondo una conduttrice televisiva amica delle gemelle, le malattie sarebbero state la ragione per cui hanno scelto di morire prematuramente insieme: problemi cardiaci, perdita del gusto e dell’olfatto e un ictus di Ellen.
La Caritas tedesca è preoccupata per la copertura mediatica della loro morte. In alcuni casi il loro suicidio è stato idealizzato e presentato come una decisione indipendente di due donne forti. Raramente ci si è chiesti in che misura quella decisione possa essere stato il risultato di una situazione apparentemente senza via d’uscita, nei confronti della quale si sarebbe potuto intervenire in qualche modo. La Caritas ha rilevato una crescente pressione sociale, in particolare sulle donne anziane. Molte non vogliono essere di peso a nessuno. Anche il teologo ed esperto di etica Jochen Sautermeister mette in guardia dal lasciare che il suicidio assistito diventi un’opzione normale, viste le grandi sfide che il sistema sanitario e assistenziale deve affrontare.
In Germania si discute da anni sulla regolamentazione giuridica del suicidio assistito. Nel 2020 la Corte costituzionale federale ha stabilito che il diritto generale della persona sancito dalla Costituzione, in quanto espressione dell’autonomia personale, comprende anche il diritto a una morte autodeterminata. Due gruppi di deputati hanno già elaborato delle proposte di legge, ma nessuna delle due ha ottenuto la maggioranza.
Attualmente, il suicidio su richiesta è punibile dalla legge. Tuttavia, l’eutanasia indiretta è consentita. Ciò significa che è possibile somministrare farmaci per alleviare il dolore di un paziente, anche se ciò ne accelera la morte. Anche l’aiuto al suicidio è esente da pena se la persona che desidera morire agisce liberamente e in modo responsabile. A tal fine, deve essere in grado di intendere e di volere per poter decidere autonomamente. Ciò significa che altre persone possono fornire una sostanza letale, ma non possono somministrarla al paziente, che può quindi assumerla autonomamente. È consentita anche l’interruzione delle misure di sostegno vitale, se ciò corrisponde alla volontà del paziente. Non esiste un diritto all’eutanasia. I medici non sono obbligati a praticare l’eutanasia contro la loro volontà.
L’ex ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach, insieme ad altre persone, sta sollecitando una regolamentazione legale del suicidio assistito. Egli stesso è favorevole al suicidio assistito, ma vuole che siano garantite la piena libertà di scelta psichica e l’assenza di qualsiasi interesse commerciale.