Morire di speranza

Si celebra il 20 giugno la Giornata mondiale del rifugiato. Nei primi 5 mesi del 2011 si sono registrati 1.820 morti nel Mediterraneo: una veglia di preghiera a Roma per ricordarli
Immigrati

È di pochi giorni fa l’appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a non varcare la soglia dell’assuefazione e dell’indifferenza dinnanzi al susseguirsi negli ultimi mesi dei naufragi in mare. «Occorre scongiurare il rischio di ogni scivolamento nell’indifferenza – aveva scritto al Corriere della Sera –, occorre reagire con forza, moralmente e politicamente: oggi, e in concreto, rispetto all’odissea dei profughi africani in Libia, o di quella parte di essi che cerca di raggiungere le coste siciliane come porta della ricca – e accogliente? – Europa».

 

Le parole di Napolitano avevano colpito l’opinione pubblica. Ma oggi in redazione sono arrivati tramite mail alcuni dati che riportano di attualità le parole del nostro presidente: dal 1990 almeno 17.597 persone sono morte nel viaggio lungo le frontiere dell’Europa.

 

Ma purtroppo non è tutto. Il cambiamento degli assetti geopolitici che sta interessando i Paesi del Nord Africa, in particolare il conflitto in Libia, hanno spinto molte persone ad intraprendere le pericolose traversate in mare. In questo contesto sono allarmanti i dati dei primi 5 mesi del 2011: si registrano già 1.820 morti in tutto il Mediterraneo, di cui 1.633 in viaggio verso l’Italia. Il bilancio è probabilmente più tragico se si pensa a quanti si trovavano a bordo di imbarcazioni delle quali non si è avuta più notizia e che non sono mai riuscite a raggiungere le nostre coste.

 

I dati sono di Fortress Europe e a rilanciarli oggi è un cartello di associazioni che in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra ogni anno il 20 giugno, si sono fatte promotrici il 16 giugno a Roma di una veglia di preghiera in memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa. “Morire di Speranza” è il titolo drammatico scelto per l’iniziativa. A sceglierlo sono state Comunità di Sant’Egidio, Associazione Centro Astalli, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Caritas Italiana e Acli.

 

Due le rotte principali da cui si sono originati i flussi di migranti via mare dall’inizio del 2011: la Tunisia e la Libia. 187 persone sono annegate sulla rotta tunisina, mentre la rotta libica è quella che desta maggiore preoccupazione e che ha fatto registrare, nel periodo considerato, la morte in mare di 1633 migranti sub sahariani. «Di fronte a questi dati – affermano le associazioni – non si può rimanere in silenzio».

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