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Mondiali di nuoto: ottimo bottino e belle speranze per l’Italia

di Noemi Di Benedetto

- Fonte: Città Nuova

Cala il sipario sulla ventiduesima edizione dei Mondiali di nuoto e l’Italia torna da Singapore con un ricco bottino e delle belle speranze per il futuro.

Matteo Santoro e Chiara Pellacani Singapore 2025 in Singapore, EPA/RUNGROJ YONGRIT

Sono 19 le medaglie portate a casa dalla spedizione azzurra: 2 ori, 11 argenti e 6 bronzi. A questi, però, non si possono che aggiungere gli ottimi quarti posti che testimoniano una squadra in forte crescita, i record europei e le medaglie storiche. Ma vediamo tutto nel dettaglio.

Grandi esordi e medaglie storiche dal nuoto sincronizzato e i tuffi

Dopo l’ottimo bottino nelle acque libere, gli azzurri continuano i Mondiali di nuoto alla grande nelle specialità del nuoto artistico e dei tuffi, nei quali conquistano medaglie pesantissime e storiche per il Belpaese.

La prima medaglia del nuoto artistico arriva dal debuttante Filippo Pelati che chiude al terzo posto la finale del solo libero maschile. Appena due giorni dopo, poi, il diciottenne fa il bis di bronzo insieme a Lucrezia Ruggiero nel doppio tecnico misto, con la quale conferma il risultato ottenuto a inizio giugno agli Europei di Funchal.  E il bis lo fa anche Lucrezia perché il duetto formato da Enrica Piccoli e Lucrezia Ruggiero si prende una storica medaglia d’argento nel duo libero femminile, sfoderando una routine da applausi scroscianti al termine del loro esercizio sul tema dell’ipnosi. Un risultato storico per l’Italia, mai a podio mondiale in questa specialità.

E passando ai tuffi, non cambia il peso delle medaglie che sono tanto attese quanto storiche. Partiamo dalla piattaforma da un metro, dove una fantastica Chiara Pellacani strappa il terzo gradino del podio per soli 35 centesimi di punto alla statunitense Hernandez, conquistandosi così la prima medaglia iridata individuale della sua carriera e diventando la terza tuffatrice italiana a conquistare almeno una medaglia mondiale dopo Tania Cagnotto e Francesca Dallapé.  E dopo il bronzo, ecco che a Singapore risuona per la prima volta l’Inno di Mameli grazie all’oro nel sincro misto dal trampolino dei 3 metri di Chiara Pellacani e Matteo Santoro che regalano una giornata memorabile al movimento, visto che si tratta solamente del quarto titolo iridato azzurro di sempre in questo sport dopo gli ori di Dibiasi del 1973 e 1975 dai 10 metri e quello della Cagnotto nel 2015 da 1m.  E non c’è due senza tre per la magnifica Chiara che nella penultima giornata di gare chiude il suo mondiale mettendosi al collo la terza medaglia di questa rassegna iridata con un bronzo nel trampolino 3 metri che la fa diventare la seconda tuffatrice azzurra a centrare il podio in questa distanza dopo la già citata Tania Cagnotto.

Ancora medaglie e record dalla vasca

Anche il Day 1 della vasca inizia alla grande con una medaglia che ci aspettavamo ed è subito arrivata, quella dalla 4×100 stile libero maschile. Nonostante l’assenza di Alessandro Miressi, infatti, la staffetta 4×100 maschile si conferma sul podio iridato per la quarta edizione consecutiva mettendosi al collo uno splendido argento e il nuovo record nazionale con Carlos D’Ambrosio, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo.

E si conferma nella sua specialità, la rana, anche un super Nicolò Martinenghi, uno tra i più grandi ranisti di tutti i tempi. Il nostro Tete, nella sua specialità regina, quei 100 rana di cui detiene il titolo olimpico conquistato ai Giochi di Parigi 2024, si mette al collo l’argento – il terzo di fila a livello iridato – nuotando addirittura meglio della finale olimpica, con un 58”58 spaventoso. Il tutto, poi, ancora più pazzesco se si pensa che nella notte prima della finale è stato frenato da un’intossicazione alimentare e pertanto poi costretto a presentarsi in condizioni decisamente debilitate al blocchetto di partenza.
“Non so cosa dire. Onestamente ora posso dirlo: ieri sera non so se ho preso un’intossicazione alimentare o qualcosa. Ero vuoto dentro, ma ero pieno in testa e nel cuore. Stanotte ho pensato di dare forfait, ma l’orgoglio ha prevalso nel fatto di voler rappresentare questo Paese e mettere a frutto i lavori fatti”. Questo il commento rilasciato a caldo da uno splendido Martinenghi ai microfoni di Rai Sport.

E sempre dalla rana, nonostante il forfait di Nicolò, arriva nei 50 metri lo splendido oro di Cerasuolo. Simone Cerasuolo riscrive la storia del nuoto tricolore prendendosi la medaglia d’oro nei 50 rana che mai nessun azzurro aveva ottenuto.  “Sapevo che il 50 nelle finali non lo vince chi è più veloce, ma chi è più forte. Oggi lo sono stato. Oggi sono campione del mondo” questo il commento del neolaureato campione del mondo.

Rimanendo in questa specialità, festeggia anche quella che ormai è una garanzia, la fantastica Benedetta Pilato che vince la medaglia di bronzo nei 50 rana e festeggia il quinto podio iridato consecutivo nella specialità dal 2019.

Parlando ancora di distanze brevi, non si può non citare l’impresa di Sara De Curtis, la prima azzurra della storia ad arrivare in una finale dei 100 metri stile libero e, nonostante un pizzico di delusione per i ritmi proibitivi e i risultati ottenuti, non possiamo che essere fieri delle tre medaglie di Thomas Ceccon: bronzo e record italiano nei 50 farfalla, argento nella staffetta e argento nei 100 dorso.

E per chiudere, passiamo alle lunghe distanze con una superba Simona Quadarella che è stata l’unica a farci distogliere lo sguardo dallo show dell’immensa Katie Ledecky sia nei 1500 che negli 800 metri e che diventa di diritto la più grande nuotatrice italiana di tutti i tempi, al pari di Federica Pellegrini. L’azzurra, infatti, nuota una finale dei 1500 stile libero femminili da antologia, demolendo un record europeo che resisteva da 12 anni, quando la danese Lotte Friis chiudeva la finale iridata di Barcellona col tempo di 15’38”88, mettendosi al collo l’argento alle spalle della stella Katie Ledecky. Quadarella fa lo stesso nuotando però oltre sette secondi più veloce del precedente primato continentale con un crono di 15’31”79 che è semplicemente spaziale.

«Non me l’aspettavo per niente! Sapevo di andare bene, ma non pensavo così tanto. Al record europeo ci pensavo da anni e non mi sarei mai aspettata potesse arrivare adesso. Sono davvero contentissima. (…)Non sono mai stata così vicina a Ledecky e per me, anche durante la gara, è stato emozionante. Pensavo a quando ero bambina e la vedevo vincere le Olimpiadi che aveva 15 anni. Molto emozionante ma anche molto strano» questo il commento della nostra campionessa nel post gara, campionessa che dimostra ancora il suo ottimo stato di forma grazie ad un solido quarto posto, condito ancora dal record europeo negli 800m dove è stata ancora l’immensa Ledecky a trionfare.

E, tra l’ottimo bottino di medaglie, i trionfi storici e inaspettati e delle fantastiche finali raggiunte, l’Italia non può che essere fiera dei risultati raggiunti e, ancor più, speranzosa per un futuro che si preannuncia ancora più brillante.

 

 

 

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