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Mondiali del Cairo, l’Italia del fioretto in cima al podio

di Mario Agostino

- Fonte: Città Nuova

L’Italia del fioretto si è laureata campione ai Mondiali di scherma in corso al Cairo: prima le donne, poi gli uomini, per un finesettimana indimenticabile in terra d’Egitto.

Foto: La Presse

Chiude in bellezza con tanto di oro l’Italia, grazie al suo team di fioretto, ai mondiali di scherma conclusi al Cairo nell’ultimo finesettimana. A trionfare prima le ragazze contro gli USA, già sconfitti nella finale olimpica per il bronzo a Tokyo, con un 45-27 che regala all’Italia il primo titolo nella rassegna iridata d’Egitto. Curiosamente, nello stesso giorno di 40 anni prima, l’Italia delle fiorettiste guidata da Dorina Vaccaroni vinceva il titolo iridato a Roma. A scrivere la storia odierna della scherma azzurra, l’ormai leggendaria Arianna Errigo (alla ventesima medaglia della carriera), con Alice Volpi, Francesca Palumbo e Martina Favaretto: un quartetto che, senza dimenticare altre possibili candidate, sembra già pronto per le Olimpiadi di Parigi 2024.

Una conferma costruita con la vittoria nei quarti sulla Polonia e poi sul complicato assalto della semifinale contro le coriacee giapponesi, ove è toccato ad Arianna Errigo sbrogliare la matassa chiudendo i conti con un parziale di 7-1 alla Ueno dopo alcuni cedimenti inattesi delle compagne prima. La finale è sembrata invece quasi in discesa: il match è stato spianato da un 10-5 iniziale, poi insidiato dal piccolo cedimento di Martina Favaretto contro l’olimpionica Kiefer, ma è tornato nelle mani azzurre grazie al 5-1 di Volpi. Favaretto ha poi di nuovo sofferto nel sesto assalto, ma si è riscattata nell’ottavo, trovando poi supporto autoritario nelle veterane Errigo e Volpi. Saldato anche un conto in sospeso con le americane, che a Wuxi, in Cina, nel 2018 avevano superato le nostre. Sembrano insomma cambiare tempi e protagoniste, ma la squadra delle fiorettiste rimane una garanzia di continuità al massimo livello: dal 2009 (oro ad Antalya) non scendono dal podio iridato, avendo conquistato (con questo) 7 titoli e 3 medaglie d’argento.

Poi quello degli uomini
L’oro successivo, arrivato dalla squadra maschile, porta le firme di Daniele Garozzo, Tommaso Marini, Alessio Foconi e Guillaume Bianchi, anch’essi impostisi sugli Stati Uniti, campioni uscenti nel 2019, ultimo Mondiale disputato, in cui batterono la Francia che in semifinale aveva bloccato proprio gli azzurri, poi terzi. Una vittoria ottenuta con prevedibile sofferenza, su cui Tommaso Marini ha calato il suo marchio decisivo aggiudicandosi di fatto tutti i suoi assalti, con un +9 (15-6) nel bilancio complessivo. Ha consegnato così al “dottore” Daniele Garozzo 8 punti di margine da gestire tutto sommato comodamente nell’assalto conclusivo contro Alexander Massialas. In qualche modo, sembrava una riedizione della finale olimpica di Rio, quella dell’impresa del suddetto neo medico di Acireale che ancora una volta, pur non essendo letale e scattante come ormai ci ha abituato ad altissimo ritmo, ha concorso a limitare i potenziali danni contribuendo al 45-39 finale, dopo che Alessio Foconi aveva patito non pochi problemi nel suo scontro diretto contro Massialas, vincente per 4-8.

Brividi a parte, con gli Usa arrivati anche a -2, Marini ha chiuso la storia del “suo” Mondiale con un perentorio 5-1 a Itkin e un assist che il dottor Garozzo non ha di fatto mancato. Già contro i coreani infatti, ai quarti, Marini aveva raddrizzato con un netto 8-3 poi decisivo la difficoltosa partenza dei compagni, dettando poi anche l’assalto della sicurezza con un 5-1 che aveva consegnato a Garozzo la pratica di chiusura. Analogo l’andamento della semifinale contro il Giappone, avversario che ai Giochi di Tokyo batté i nostri nei quarti e li tolse dalle medaglie: sotto dopo due turni (4-10) a causa di un insolito nervosismo dei veterani, l’Italia s’è aggrappata ancora al ventiduenne di Ancona, che non ha tradito rifilando prima un 9-2 a Suzumura, poi un 5-3 a Shikine, indirizzando i suoi alla vittoria. Anche per gli uomini, pur cambiando qualche attore, dal 2013 il fioretto italiano va sempre a medaglia nella rassegna iridata: gli azzurri hanno conquistato il titolo nel 2013, 2015, 2017, 2018 e il bronzo nel 2014 e 2019. L’ottavo sigillo, d’oro, chiude l’estate delle lame azzurre con 22 medaglie tra Europei (14 podi, con questa scansione: 4-8-3) e Mondiali (2-4-2). E se per qualcuno al Cairo si poteva sperare in qualcosa addirittura in più, non si può ignorare la presenza di ben nove esordienti: “7 di loro – sottolinea il presidente Paolo Azzi – tornano con una medaglia”. La spedizione olimpica del 2024 giudicherà la loro stoffa.

Il bottino prima del mondiale a Milano
L’Italia porta a casa dunque otto medaglie in questi mondiali: 2 oro (fioretto femminile a squadre e fioretto maschile a squadre), 4 argenti (Arianna Errigo nel fioretto, Tommaso Marini nel fioretto, spada femminile a squadre, spada maschile a squadre), 2 bronzi (Rossella Fiamingo nella spada, nella sciabola maschile a squadre). Nel finesettimana, al Cairo International Stadium Complex è avvenuto infine il passaggio di testimone da Egitto a Italia. Consegnata alla delegazione italiana la bandiera della Federazione internazionale di scherma, visto che i prossimi mondiali si terranno a Milano il prossimo anno. A riceverla, il presidente della Federazione Italiana Scherma, Paolo Azzi, l’ambasciatore d’Italia in Egitto, Michele Quaroni, il presidente del Comitato Organizzatore Milano 2023, Marco Fichera, e il presidente del CONI Lombardia, Marco Riva. La manifestazione tornerà così nel nostro paese dodici anni dopo l’edizione di Catania 2011: per la prima volta a Milano, le gare si disputeranno all’Allianz Cloud, nel mese di luglio.

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