Modigliani per Gallarate

Inaugurata il 19 marzo nella cittadina lombarda la Galleria d'arte moderna e contemporanea Silvio Zanella. Modì è il primo ospite del nuovo spazio espositivo.
museo modigliani

Inaugurato il 19 marzo il nuovo museo della cittadina lombarda, dopo vent’anni di lavori, la Galleria d’arte moderna e contemporanea Silvio Zanella. Uno spazio vasto, con una facciata curvilinea, ad anfiteatro, destinato ad accogliere le esposizioni di arte contemporanea, del resto già presenti nelle gallerie interne con ben 5000 opere. Un edificio che si affaccia sul cimitero monumentale, ampio di cupole, in una ideale continuità tra passato e presente, ma anche segno della potenza dell’arte che sfida la morte e rimane come simbolo di bellezza.

 

Non poteva essere che Amedeo Modigliani a inaugurare con tele, disegni e documenti personali, a novant’anni dalla sua morte, la nuova sede espositiva. Se c’è infatti un artista che ha segnato il passaggio, vivendo a Parigi, tra un modo di essere della produzione artistica ed un altro più vicino alla nostra sensibilità è lui: il pittore livornese trasmigrato nella Francia di Picasso, Utrillo e Pissarro, con cui ha condiviso successi e miserie. Modì è un classico, da una parte, e un moderno, sotto altri versanti. Si riallaccia a Botticelli e alla tradizione disegnativa, lineare, senese, di Duccio e compagni; nello stesso tempo il contatto con l’arte africana lo spinge ad una raffigurazione di bellezza ancestrale, primitiva, fatta di segmenti, di colori forti, di forme monumentali. Sempre tuttavia sotto il segno della delicatezza. Oltre ai ritratti, sono i nudi femminili a cantare l’amore per la vita. I disegni ne rivelano, con la linea musicale e sottile, tracciata dalla matita a colpi sicuri, tutta la passionalità. Essa, che nelle tele esplode in tinte carnali, nei disegni si fa rarefatta, preziosa. Come appunto un Botticelli o se si vuole un Simone Martini. Ma con un senso arcaico di vitalità che rimanda ad epoche si direbbe senza colpa, dove il corpo della donna è col suo stesso apparire simbolo di bellezza naturale, vicina e amica.

 

Perciò le creature di Modì hanno qualcosa di sovrannaturale, di mistico, almeno come approccio. Rappresentano un tentativo di “dire” la fisicità allo stato ideale, di contemplare il corpo come soggetto di un rapporto vitale. Un misticismo “profano”, perché in Modì non c’è un senso di spiritualità, ma solo il desiderio che la bellezza che vive qui ed ora resti, grazie all’arte, per sempre. Per questo l’angoscia che talora si respira dietro le forme calde delle sue creazioni è temperata da un qualcosa che assomiglia ad una “grazia”. Essa riesce a sublimare la passione e a trasformarla in una specie di nuova bellezza, tattile e terrestre. Quella che tanta suggestione esercita ancora sia sugli artisti come sui visitatori.

 

Il mistico profano. Omaggio a Modigliani. Gallarate (Varese), fino al 19/6 (catalogo Electa)

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