Modi in partenza per gli USA

Il Primo Ministro indiano invitato ufficiale alla Casa Bianca. Un viaggio di particolare rilievo dal punto di vista diplomatico
Modi

Dopo la recente visita in India del Premier cinese, il Primo Ministro indiano, Narendra Modi, si appresta ad uscire allo scoperto con la sua prima visita negli USA. Si tratta di un momento cruciale per la nuova amministrazione del paese asiatico. Da un punto di vista diplomatico, il viaggio ha un rilievo particolare perché gli Stati Uniti, negli ultimi anni, avevano rifiutato il visto di ingresso all’attuale Primo Ministro, considerato ‘persona non desiderata’, a causa della sua presunta partecipazione (o relativa copertura) degli scontri fra indù e musulmani avvenuti nel 2002 nello stato del Gujarat dove era a capo dell’amministrazione fino al suo recente trionfo elettorale. Nel 2005, infatti, gli Stati Uniti avevano revocato il visto d'ingresso a Modi per "gravi violazioni alla libertà religiosa", secondo l'International Religious Freedom Act.

Oggi il premier indiano è invitato ufficiale della Casa Bianca e con la visita a Washington porta a termine il suo primo quadrimestre al timone della più grande democrazia del mondo e si trova a confrontarsi con il Paese che rappresenta il modello democratico per antonomasia. L'11 luglio scorso Obama ha esteso un invito formale a Modi per una visita negli Stati Uniti a settembre e per "lavorare insieme" per rendere il loro rapporto bilaterale una "collaborazione significativa" per il 21mo secolo.  Ovviamente, il viaggio non ha solo carattere politico o diplomatico. Nella prospettiva di grande pragmatismo che ha sempre distinto la persona e la politica di Modi, si tratta di una svolta importante nei rapporti commerciali per il futuro dei due giganti. Goldman Sachs, Google, General Electric, Pepsico, Mastercard, Blackrock: sono solo alcuni dei colossi economici che il Primo ministro indiano Narendra Modi incontrerà durante il suo viaggio negli Stati Uniti (26-30 settembre). Anche se il punto focale resta il primo summit con il presidente Barack Obama, non si può certo ignorare che sull’agenda del Primo Ministro indiano e della sua folta delegazione sono oltre 50 gli appuntamenti d'affari.

Dopo aver visitato il 9/11 Memorial, il 27 settembre il premier indiano interverrà all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il giorno seguente sarà dedicato ai membri della diaspora indiana: un evento che, secondo le previsioni, dovrebbe raccogliere circa 20mila indo-americani al Madison Square Garden. Il 29 sarà la volta degli affari: dopo essersi trasferito a Washington, Modi vedrà – tutti insieme – i patron di Google, Carlyle Group, Cargill, Citigroup, Caterpillar, Mastercard, Pepsico e Merck&Co. Al termine dell'incontro lo aspettano sei appuntamenti distinti con i CEO di Goldman Sachs, General Electric, Boing, BlackRock e IBM.

La Casa Bianca offrirà una cena privata al leader indiano, che coinciderà con il Navatri (festa dedicata alla dea indù Durga), particolarmente sentita nella metropoli di Kolkata, ma anche nello stato del Gujarat, da dove Modi proviene. La mattina del 30 visiterà il Martin Luther King Memorial, il Lincoln Memorial e porterà dei fiori alla statua del Mahatma Gandhi, dinanzi all'ambasciata indiana. Il punto cruciale del viaggio resta, ovviamente, il colloquio insieme a Obama, il vicepresidente Joseph Biden, il segretario di Stato John Kerry e il segretario alla Difesa Chuck Hagel. Le questioni che interessano all'India sono la difesa, la sicurezza marittima, la scienza e la tecnologia, senza dimenticare la possibilità di aumentare scambi e investimenti tra i due Paesi.

Il viaggio avrà comunque anche alcuni aspetti piuttosto delicati. L'Alliance for Justice and Accountability (Aja) – che con successo aveva condotto una campagna anti-Modi quando era chief minister del Gujarat – sventolerà bandiere nere al suo arrivo al Madison Square Garden. La Sikh For Justice invece organizzerà un "tribunale dei cittadini"  davanti alla Casa Bianca, nel quale "incriminerà" il Primo ministro indiano per i reati commessi durante i massacri del Gujarat.

I media indiani definiscono la visita come ‘storica’. Fra gli appuntamenti più attesi dal punto di vista economico e finanziario ci sarà quello con rappresentanti della National Indian American Public Policy Institute (NIAPPI), che lo scorso anno aveva organizzato la visita di una delegazione numerosa e molto qualificata proprio nello stato del Gujarat dove Modi era ancora Primo Ministro locale. Recentemente questa associazione di indiani del business residenti degli USA ha formato un nuovo gruppo per incrementare gli investimenti in India e promuovere ulteriormente le esportazione dall’India verso gli USA al fine di diminuire la dipendenza americana dalla Cina e dai suoi manufatti. D’altra parte l’India è pronta a fare richieste precise sulla politica americana che riguarda l’immigrazione. Il Senato di Washington è chiamato a rivedere alcuni aspetti della legge che regola l’entrata di cittadini indiani negli USA. Tale regolamentazione, infatti, in questo momento, secondo l’amministrazione di Nuova Delhi, rappresenta un ostacolo per una crescita proficua nell’ambito di scambi commerciali ed investimenti.

Un momento cruciale, quindi, sia per il futuro dell’amministrazione Modi che per quello delle relazioni, diplomatiche e commerciali dei due Paesi, potenze non solo demografiche e democratiche, ma anche commerciali, con il sub-continente indiano sempre più protagonista, ma anche nella necessità di costruire solidi rapporti diplomatici e politici.

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