Milano si smilitarizza

Da agosto a presidiare vie e quartieri a rischio del capoluogo lombardo ci saranno di nuovo i vigili  
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Via Padova a Milano è una strada di poco più di quattro chilometri, sulla quale si affacciano palazzoni e casa a ringhiera, con cortili ampi e stanze piene di persone che provengono dai quattro angoli del globo.

“Isoladimondo” si potrebbe chiamare questo budello di asfalto dove s’incontrano e convivono culture, razze e religioni tra le più varie. Qui l’anno scorso fu accoltellato a morte un ragazzo egiziano, in una rissa tra etnie rivali. Si gridò alla città violenta, alla strada ghetto, al quartiere in guerra. Non si parlò assolutamente delle mille iniziative in corso promosse da altrettante mille associazioni cattoliche e non, per favorire l’integrazione, la conoscenza e creare spazi di reciprocità per chi lì vi abita.

 

Iniziative e azioni che stanno avendo risultati eccellenti di vera e propria promozione umana oltre che sociale ed etnica. In via Padova, come in altre zone vennero mandate pattuglie di militari. Giravano defender della polizia e dei carabinieri e camion militari. Per dare sicurezza. Appena un mese dopo, con 170 uomini delle forze dell’ordine in azione, altra rissa, altro accoltellamento, ma senza morto, e senza polizia intervenuta in una traversa laterale di via Padova.

 

Ora, dopo oltre un anno e mezzo di Milano “custodita”  o meglio presidiata dai militari, si pensa alla loro utilità vera. Tanto che saranno dimezzati. Invece di 650, da agosto, ne rimarranno 300. Lo ha deciso il ministro della Difesa. Il sindaco avrebbe voluto riaffidare questo servizio di controllo a vigili urbani, poliziotti e carabinieri, mantenendo l’esercito solo davanti agli obiettivi sensibili. «Il governo ha il compito di garantire la sicurezza come io ho sempre chiesto», spiega il primo cittadino Pisapi, che insiste sulla distinzione, più volte sottolineata, fra il compito di polizia e carabinieri «di salvaguardare la sicurezza dei cittadini» e quello dell’esercito «di garantire la pace».

Per il sindaco, «il governo dovrebbe prima di tutto pensare a reintegrare gli organici mancanti nelle forse dell’ordine e dotarle degli strumenti e delle risorse necessarie per poter svolgere al meglio il loro compito. Sia ben chiaro che è il ministro ad aver deciso di tagliare i soldati a Milano – spiega l’assessore comunale alla Sicurezza, Marco Granelli -. Noi non abbiamo mai chiesto che venisse ridotto il numero dei militari. Abbiamo semplicemente detto che doveva spettare alla nostra città decidere come utilizzarli al meglio in modo da permettere alle forze dell’ordine di svolgere il loro compito istituzionale al meglio».

 

Critico il consigliere del Pdl Riccardo De Corato, da sempre sostenitore della presenza dell’esercito per le strade, che dice: «Pisapia è riuscito a far togliere da 34 vie i presidi di militari, polizia e carabinieri che costituivano un baluardo contro la criminalità e che erano tanto apprezzati dai milanesi delle periferie».

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