Milano e le cosche

I dati contenuti nella relazione del Comitato antimafia parlano del 50 per cento di attività produttive utilizzate per riciclaggio dalla criminalità. Ci sono poi incendi e intimidazioni, mentre i lavori per l'Expo continuano a far gola
Lavori per l'Expo

La ‘ndrangheta a Milano è cresciuta indipendentemente dall' Expo, basti pensare che dall’inizio del 2011 ad oggi, conteggiando gli episodi più clamorosi nella provincia di Milano ne figurano ben 53 tra incendi, intimidazioni e un omicidio. In media tre al mese, uno ogni dieci giorni. L’ultimo clamoroso fatto è avvenuto una decina di giorni fa con l’incendio doloso del ristorante-pizzeria Ciardi, a due passi da Duomo.

I dati citati sono contenuti nella relazione del Comitato antimafia che ha presentato al sindaco il suo primo rapporto semestrale. A preoccupare maggiormente sono gli incendi, 39 nell’ultimo anno e mezzo e tra questi in 14 casi si è arrivati all’intimidazione con bombe artigianali, armi da fuoco e un omicidio. La relazione fa notare due «livelli di aggressività»: il primo contro le istituzioni come gli attentati ad alcuni centri di attività sociale, il secondo contro «alcune categorie di operatori privati, connesso con lo sviluppo di attività estorsive».

Dopo le infiltrazioni nell’edilizia e nel settore delle costruzioni, ora obiettivo dei clan sono i settori del commercio e del turismo. Certamente nel mirino delle famiglie c’è l’Expò che promette assai bene, e che rimane sotto osservazione costante da parte del Comitato antimafia. Ma appunto l’attenzione è incentrata ormai su altri settori che possono rendere altrettanto bene per la 'ndrangheta. Questa relazione ha commentato il sindaco Giuliano Pisapia, «purtroppo conferma la presenza del fenomeno mafioso e l’aumento di intimidazioni». Commercio e turismo sono i settori dove è maggiormente cresciuta l’attenzione delle cosche perchè settore dove c’è grande possibilità di riciclare denaro sporco e gli spazi ci sono: negozi, alberghi, ristoranti.

Secondo una ricerca di Transcrimine, se queste voci rappresentano a livello nazionale il 28% dei cosiddetti investimenti mafiosi (al primo posto in Italia le costruzioni), in Lombardia si supera il 50% . Ci sono gli incendi a provare i numeri. E non solo: «Sono state segnalate al comitato – dicono gli esperti – presenze e movimenti sospetti e di una certa intensità nelle zone del Ticinese, di corso Garibaldi, di via Washington e di Bruzzano». Il Comune pensa di avviare intanto un database “antievasori”. Anche se il Comitato si augura che, per le licenze commerciali, i poteri del sindaco possano essere ampliati.

Oggetto di attenzione della malavita anche l’Ortomercato. Qui secondo la relazione  «risultano interventi in difesa di operatori fuorilegge nazionali da parte di un importante esponente politico e di un consigliere comunale. Così come è risultato che le ispezioni della Polizia locale fossero, almeno presso alcuni locali notturni, preannunciate da elementi del personale dipendente, anche al di fuori delle più note zone della movida». A questo proposito il Comitato consiglia al Comune «di avviare un processo di selezione e formazione di contingenti scelti per qualità morali e professionali con cui garantire l’esercizio dei controlli di polizia locale, evitando che si possa accedere a questa funzione cruciale anche per effetto di raccomandazioni politiche o sindacali, in almeno un caso dimostratesi il cavallo di Troia degli interessi ‘ndranghetisti».

Infine riguardo all’ Expo servono sopralluoghi anche di notte. E servono più uomini, gruppi  interforze. Ma è partendo dai protocolli di legalità che arriva l’allarme: se i soggetti esecutori dei lavori del 2015 «dovessero creare problemi alle “famiglie mafiose” attenendosi scrupolosamente agli impegni presi con il protocollo di intesa, sarebbero del tutto prevedibili le reazioni violente, e anche sanguinose, dei gruppi interessati». Ecco, quindi, l’appello: bisogna essere presenti sui cantieri per vigilare, e chi gestirà i lavori e realizzerà Expo non può essere lasciato solo a subire le rappresaglie criminali.

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