Mattarella, un testimone credibile

Nella cornice di Assisi, città di Francesco, il presidente italiano riceve la Lampada della pace 2019

Una bella giornata di sole e gli affreschi della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi hanno fatto da cornice alla consegna della Lampada della pace 2019 di San Francesco – copia autentica di quella che arde perennemente davanti alla tomba del Santo – al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un riconoscimento che padre Gambetti, custode del Sacro convento, ha motivato additando il Presidente quale «testimone credibile della politica e delle istituzioni» chiamate a promuovere la pace. «La sua guida luminosa e umile – ha detto – ci consente di alimentare la fiducia e la speranza di vedere ancora un’Italia umana e di poterla costruire insieme». Parole di apprezzamento sono state rivolte anche per l’impegno volto a prevenire ogni forma di odio, di sopruso e di egoismo che minacciano la sicurezza e la pacifica convivenza nel nostro Paese.

Il Presidente Mattarella, nel ricevere il riconoscimento, ha voluto sottolineare che «il saluto di Francesco, “il Signore ti dia pace” non è soltanto un’invocazione, è anche un impegno per ciascuna persona nel proprio ambiente, per ciascuno Stato nella comunità internazionale». Il sogno di Francesco di una fraternità universale «non è utopia, è un approdo verso cui tendere e operare, conoscendo le difficoltà che si frappongono, che sono grandi, ma con la consapevolezza che quello è l’approdo per la pace e per lo sviluppo del mondo».

Il cammino verso la pace è una via da percorrere con convinzione, determinazione e grande consapevolezza, attraverso lo strumento del dialogo. «Sono passati secoli perché si comprendesse che la strada per la pace è quella del dialogo, del conoscersi, e ancor più in un mondo sempre più interdipendente e dove le distanze sembrano venute meno», ha affermato Mattarella ricordando che quest’anno si contano 800 anni dal viaggio che S. Francesco fece presso il sultano in Egitto: «non fu gesto visionario di un sognatore, ma un gesto profetico di chi ha compreso che quello è l’approdo per costruire la pace».

Il capo dello Stato ha accolto il conferimento della Lampada della pace anche come un riconoscimento all’Italia. «La Repubblica nel rispetto e in coerenza con la sua costituzione ha sempre costantemente e attivamente ricercato la pace – ha detto -. L’ha fatto e lo fa con i paesi vicini. I confini territoriali del nostro Paese, anche dove decenni e decenni addietro si vedevano scontri ed episodi di crudeltà, sono oggi luoghi di incontro, punti di pace di amicizia, di collaborazione attiva per il comune futuro». Il Presidente ha ricordato che «l’Italia sviluppa la pace e la persegue non soltanto nei rapporti con gli altri Paesi, vicini e lontani, ma collabora attivamente per promuovere la pace dove non c’è in ogni parte del mondo, anche in Paesi lontani, per promuovere la pace dove non c’è e consolidarla dove esiste».

Un obiettivo perseguito attraverso l’azione politica, l’attività diplomatica, le missioni dei militari. «In luoghi molto lontani come Timor est, in luoghi meno distanti come il Libano, da anni l’Italia svolge una attiva e impegnata politica per la pace nel mondo. E ve ne è grande bisogno, in una stagione, in un periodo in cui si assiste a numerosi e gravi conflitti e focolai di guerra regionali, a contrasti crudeli e scontri crudeli a carattere etnico o per motivi pseudo-religiosi. In un periodo in cui rischiano di venir meno i limiti agli armamenti nucleari e in cui si vedono sviluppare armamenti in tante parti del mondo, vi è bisogno di un grande impegno per la pace, di una grande educazione alla pace».

L’Italia sta attraversando un momento di crisi, di disaffezione alla politica, ha osservato Padre Gambetti commentando il recente rapporto del Censis. Da qui l’auspicio che il Parlamento possa essere «esempio di dialogo, in particolare per i più giovani», che ci siano «uomini umili e saggi per governare, che non amino il protagonismo dei narcisisti, non facciano continuamente propaganda e si pongano in modo garbato». «Cerchiamo persone salde in se stesse e non in virtù dei consensi, capaci di dialogo, di ponderazione e di creatività. Come Liliana Segre che, nonostante gli atti di sgarbatezza e di odio di cui ancor oggi è vittima, continua ad illustrare “la Patria con altissimi meriti in campo sociale”».

La Lampada della pace di San Francesco, nelle ultime edizioni, era stata assegnata a Juan Manuel Santos, Presidente della Repubblica Colombiana «per lo sforzo tenuto nei processi di riconciliazione con le Farc»; alla cancelliera tedesca, Angela Merkel che «nella sua Germania e in Europa, si è distinta nell’opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli»; al re di Giordania, Abdullah II, per «la sua azione e il suo impegno tesi a promuovere i diritti umani, l’armonia tra fedi diverse e l’accoglienza dei rifugiati».

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