Mattarella: «Magistrati né protagonisti né burocrati»

Il capo dello Stato si è recato a Firenze in treno e da lì a Scandicci a bordo del tramvia. Ha iniziato in questo modo la giornata inaugurale delle attività della Scuola superiore della magistratura. Pubblichiamo il discorso integrale
Il Presidente della Repubblica

Si è recato a Firenze in treno, un normalissimo Frecciargento, e poi dal capoluogo toscano a Scandicci, a bordo del tramvia. Non parliamo di un cittadino comune, ma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che parlerà sì poco – a detta dei commentatori politici -, ma con i suoi gesti e con il suo comportamento lancia messaggi molto più chiari e ad effetto di qualunque discorso.

Discorsi, i suoi, comunque molto efficaci, come ha dimostrato, stamattina, all'inaugurazione delle attività di formazione della Scuola superiore della magistratura, alla presenza del presidente dell'istituto, Valerio Onida, del vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, e del ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

«Occorre – ha detto il presidente – recuperare efficienza nella amministrazione della giustizia per rispondere efficacemente al bisogno di legalità fortemente avvertito nel Paese».

Al magistrato, ha detto Mattarella nel suo discorso ufficiale, «si richiede una costante tensione culturale che trova sì fondamento in studi ed aggiornamenti continui…, ma si nutre anche di una profonda consapevolezza morale della terzietà della funzione giurisdizionale, basata sui principi dell'autonomia e dell'imparzialità. Una sfida tanto più impegnativa in un contesto di crescenti attese da parte dei cittadini, sempre più esigenti verso un servizio essenziale come la giustizia, chiamata a definire, ogni giorno, l'equilibrio tra diritti e doveri applicando le regole dettate dalla legge. Il controllo di legalità, per essere giusto ed efficace, impone percorsi formativi idonei a sviluppare nei magistrati la capacità di comprendere le dinamiche in corso nel mondo in cui operano, ponendo massima attenzione agli attori in gioco».

L'alto livello di preparazione professionale richiesta, ha aggiunto Mattarella, rappresenta la struttura portante su cui si regge l'indipendenza della magistratura. «Da un lato – ha sottolineato il capo dello Stato – competenza, mediante l'approfondimento ed il confronto sugli orientamenti normativi e giurisprudenziali, dall'altro, profonda coscienza del ruolo e dell'etica della professione: sono i pilastri sui quali, attraverso la formazione permanente, si regge la capacità del magistrato di svolgere il compito fondamentale affidatogli dalla Costituzione. Un compito né di protagonista assoluto nel processo né di burocratico amministratore di giustizia».

(Per leggere il discorso integrale del presidente clicca qui. Nella foto: Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a bordo del Tramvia per Scandicci. Fonte: Quirinale)

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