Marisa Baù: ulteriori indagini

Si infittisce il mistero e sono in corso di verifica le cause del decesso
Marisa Baù

Grande sconcerto e indicibile dolore. Secondo il sito di informazione Affaritaliani.it Marisa Baù «è stata trovata morta lunedì sera in un capannone agricolo a pochi chilometri da dove lavorava. Impiccata, come ha riportato il console italiano a Ginevra».

Sono, però, al vaglio degli inquirenti anche altre ipotesi investigative per verificare le cause del decesso e la polizia e la magistratura elvetica stanno completando i loro accertamenti. Tutte le ipotesi restano ancora aperte.

 

Il cadavere di Marisa Baù è stato ritrovato il 30 gennaio dentro un capannone agricolo a Clugy ad un chilometro e mezzo dal centro dei Focolari di Montet, in Svizzera. A trovarla il contadino, proprietario del capannone, che riferisce di passare frequentemente per quello spazio, ma soltanto quando ha dovuto spostare parte del fieno si è accorto della presenza del corpo.

 

Ormai è certo che si tratta di Marisa Baù, benché il riconoscimento ufficiale sia ancora in corso, e ci vorranno ancora alcune settimane per conoscere i risultati dell’esame del Dna. Il corpo è stato riconosciuto per l’abbigliamento indossato e per le chiavi di casa che aveva con sé. Il decesso, per l’avanzato stato di decomposizione e per i primi esami medico-legali dovrebbe risalire alla giornata stessa della sua scomparsa: il 20 dicembre o nei giorni immediatamente precedenti al Natale.

 

Come si ricorderà Marisa Baù per un acuto mal di testa  si era allontanata dalla sua residenza per una passeggiata ed era scomparsa. A nulla erano servite le intense ricerche della polizia e della comunità dei Focolari di Montet.

 

La salma è stata quindi trasportata a Losanna dove si procederà all’autopsia e agli esami correlati, che potrebbero protrarsi per alcune settimane. Le indagini saranno chiuse se i risultati escluderanno ogni coinvolgimento esterno

 

Come erroneamente è stato riportato da alcuni media il Centro dei Focolari di Montet non è un convento ma una delle 35 “cittadelle” dei Focolari; un luogo di incontri e di formazione che ospita circa 110 persone tra giovani e adulti, provenienti da tante parti del mondo, di lingue e culture diverse. È aperto a tutti e accoglie, anche per brevi esperienze di uno o più giorni, chi desidera lasciarsi contagiare dallo stile di vita evangelico degli abitanti. È particolarmente gradito ai giovani, e mantiene rapporti vitali con le comunità locali e la popolazione della regione.

Marisa Baù non era una suora come è stato scritto, ma una focolarina, una laica consacrata a Dio, da 15 anni al centro dei Focolari di Montet dove lavorava come formatrice e responsabile di produzione dell’atelier artistico.

 

Il Movimento dei focolari esprime il suo profondo dolore per la scomparsa di Marisa Baù, e ancor più per le modalità con le quali sembra sia avvenuto il decesso. Il movimento assicura la sua vicinanza sentita ai familiari e a quanto hanno goduto in questi anni dell’amicizia e della calda accoglienza da lei sempre riservata a tutti. La ricorda, come «una persona meravigliosa  – sono le parole di Marithé Vuigner, co-responsabile del Centro di Montet –, sempre pronta ad accogliere gli altri. Una persona su cui poter contare sempre, gradevole e fine. Molto legata alla sua bellissima e numerosa famiglia».

 

 

 

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