Conoscevate il nome Macaronesia? Io l’ho scoperto oggi. A scuola, nelle lezioni di geografia, non me l’hanno insegnato e mai ne avevo sentito parlare, neppure per caso. Forse che in quei pezzi di terra in mezzo alle acque dell’Atlantico non succede mai niente? Invece tutti conosciamo, forse sappiamo anche indicarli sulla mappa, gli arcipelaghi di Azzorre, Madeira, Canarie, Capo Verde e Isole Selvagge. Di quest’ultimo gruppo proprio non avevo mai sentito parlare, e si capisce: tre isolotti tra le Canarie e Madeira dove non abita nessuno, e dunque non c’è chi possa produrne notizie.
I cinque nuclei sommano un totale di 44 tra isole e isolotti di grandezza che varia: tra gli 0,01 kmq (Roque del Oeste, nelle Canarie) ai 2.034,30 kmq (Tenerife, sempre nelle Canarie). Una decina di queste isole non sono altro che uno scoglio in mezzo al mare che non emerge oltre i 200 metri di altezza. In quindici di queste grosse rocce non abita nessuno, ma nel suo insieme la popolazione della Macaronesia nel 2019 oltrepassava i 3,2 milioni di abitanti. Il 67% di queste persone hanno carta d’identità spagnola, il 15% sono portoghesi e il restante 18% sono cittadini del piccolo Stato di Capo Verde, indipendente dal 1975.
Anche se distanti tra loro, le isole della Macaronesia sembra che abbiano alcune caratteristiche comuni, un fatto che non tutti gli studiosi condividono. Così pensa ad esempio José María Fernández-Palacios, dell’Universitá di La Laguna (Tenerife), quando dice che «il concetto [di Macaronesia] è controverso, poiché l’affinità biotica tra gli arcipelaghi è variabile e comunque più evidente in ambiente terrestre che in ambiente marino. Dove non ci sono discrepanze è nel fatto che la Macaronesia ospita la più alta densità di endemismo al mondo».
La Macaronesia prende il nome dal greco: makàrios (felice, beato) e nèsos (isola). Ecco perché l’appellativo di Isole Fortunate. La paternità del termine Macaronesia è stata attribuita al filantropo britannico Philip Barker Webb, che lo coniò verso il 1850, anche se non ci sono documenti che spieghino cosa intendeva con questa parola. Oggi però il termine Macaronesia ha trasceso il suo iniziale significato biogeografico e ha fatto il salto nel linguaggio politico.
Nel 2020 il Governo autonomo delle Canarie ha proposto ai suoi omologhi di Azzorre, Madeira e Capo Verde il progetto “Integra”, con l’obiettivo di sviluppare la vicinanza economica e sociale. Gli studi fatti hanno permesso di diagnosticare la situazione degli arcipelaghi nelle aree a maggior valore aggiunto: turismo e commercio, economia verde e circolare, economia digitale ed economia blu, nonché di definire le chiavi del loro futuro, contenute in un Libro Bianco della Macaronesia, nel quale sono previsti diversi appuntamenti tematici, il primo dedicato all’economia del mare.
È l’oceano ciò che unisce questi quattro partner, che è pertanto la chiave per lo sviluppo economico della regione. Ecco perché argomenti come la “qualità e sicurezza del pesce” siano urgenti per loro, al punto di proporre un protocollo per il controllo della ciguatossina (all’origine di un’intossicazione alimentare nota come ciguatera, causata dall’ingestione di alcuni tipi di pesce) nella pesca estrattiva, o anche un modello di gestione della pesca per individuare le specie più propizie mediante indicatori matematici, che consentiranno di valutare l’impatto delle misure promosse dalle Pubbliche Amministrazioni.
Macaronesia, un soggetto economico, e non politico. Alcune isole sono considerate territorio ultraperiferico dell’Unione Europea (Azzorre, Madeira e Canarie) e altre costituiscono lo Stato indipendente di Capo Verde. Tutte però condividono lo stesso passato di conquista da parte di navigatori spagnoli (dal 1312) e portoghesi (dal 1418).
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