L’Unità d’Italia in 8mila chilometri

Due atleti bergamaschi toccheranno in bicicletta 150 città della Penisola in un'avventura chiamata "Pedala Italia"
Sport ciclismo

«Neanche il tempo di provare le bici bardate delle loro borse in centro città, che un passante, un  conoscente, ha detto subito senza pensarci: “Mi sembravate due svizzeri!”. Tuttavia, il nostro amico ha ragione: continuando il nostro giro, abbiamo attirato abbastanza l’attenzione della gente, sicuramente perché vestiti uguali, ma soprattutto per le due grosse borse agganciate alla bici, per la maggior parte delle persone qualcosa di nuovo e… di strano. È stato anche un momento positivo, non siamo ancora partiti, ma abbiamo già conosciuto alcune persone incuriosite dalla nostra esperienza, ciclisti e non: se questo è l’inizio, ben venga, avremo sicuramente da conoscere molte persone».

 

Sono le prime righe di un racconto che in questi mesi estivi stanno scrivendo due atleti bergamaschi, Ugo Ghilardi e Manuel Ardenghi. L’avventura l’hanno chiamata “Pedala Italia” ed è un’iniziativa promossa dal Club alpino italiano di Bergamo col  patrocinio della Regione. I due sono partiti da Bergamo per attraversare in bicicletta l’Italia e visitare 150 città, all’interno delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

 

Lo  scorso anno avevano compiuto la traversata delle Alpi a piedi percorrendo 1.800 chilometri in 70 giorni. Quest’anno in bici toccheranno tutte le 110 province italiane in un viaggio lungo quasi ottomila chilometri, portandosi appresso sacco a pelo e tenda da campeggio e confidando di fare ritorno a Bergamo entro fine settembre. Entrambi di Nembro, paese della bassa Valle Seriana, dopo essere stati licenziati per la cessata attività della loro azienda, si sono reinventati una professione preparandosi scrupolosamente ad affrontare originali imprese sportive.

 

«Il nostro messaggio – hanno detto – vuole essere quello di non mollare mai nei momenti di difficoltà e di porci sempre obiettivi e traguardi nuovi: la nostra vuole essere stavolta non solo un’impresa sportiva, ma soprattutto un’impresa culturale». Ghilardi e Ardenghi ogni giorno terranno un diario di viaggio che diverrà poi oggetto di una pubblicazione editoriale.

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