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Italia > In punta di penna

L’Ucraina che resiste

di Michele Zanzucchi

- Fonte: Città Nuova

Michele Zanzucchi, autore di Città Nuova

Emerge un’insospettabile capacità di resilienza e resistenza delle truppe militari e dei civili dalla parte di Kiev contro le armate di Mosca. La disproporzione delle forze in campo è enorme, ma al solito Davide può crear danni a Golia. Il rischio di una guerra guerreggiata

L'Ucraina

Dopo le prime scene di panico generalizzato, dopo la fuga in massa di tanti abitanti della capitale, dopo la selva di immagini di attacchi russi, calmandosi un po’ le operazioni militari immediate, ci si accorge che sul terreno non c’è solo un esercito, ma due, e che la resistenza è più forte di quel che si poteva immaginare. Forse gli oligarchi di Mosca pensavano che l’Ucraina sarebbe stata presa in una o due notti, ma le cose stanno andando diversamente. Ciò potrebbe dare spazio a una risposta dell’Occidente più ponderata e quindi al varo di ritorsioni più mirate, si direbbe chirurgiche, sapendo però che l’esperienza di decenni ormai dice che le vere vittime alla fine sono i poveri, coloro che stanno in basso nella scala sociale. Sarà così anche in Russia, sebbene Mosca abbia preparato da tempo l’attacco – ora appare chiaro – e che stia diversificando le proprie vie di approvvigionamento.

La Russia si sta effettivamente girando verso Pechino – lo confermano vari accordi che da qualche tempo vengono firmati, ultimo quello del grano −, ma ciò non potrà essere indolore perché, se è vero che l’impero arriva fino al pacifico, i gangli del potere e della cultura russa guardano da sempre a Occidente, e non a Oriente. Avverrebbe un cambio innaturale di prospettive. La Russia ha cominciato ad esistere nella Rus’ di Kiev, a ovest di Mosca, mai dimenticarlo. I prossimi decenni diranno quali saranno stati i risultati di questa orientalizzazione e cinesizzazione dello sguardo russo.

Il presidente Zelkinsky d’improvviso appare un eroe, nonostante finora sia stato poco apprezzato, dopo tante derisioni per il suo passato di commediante. Oggi sta interpretando la tragedia della sua vita. Con grande dignità. Difficile sapere esattamente cosa succede sulle strade ucraine, ma evidentemente si stanno riattivando dei canali di rifornimento dal Sud e dall’Ovest che potrebbero far tirare il fiato alle truppe ucraine. La situazione pare più difficile nel Donbass e sul Mar Nero, tra Mariupol e Odessa, dove lo sfondamento russo sembra aver funzionato, mentre a Kiev la battaglia è in pieno svolgimento e sembra ancora con un esito incerto. Anche nei pressi delle frontiere settentrionali, ad esempio a Chernobyl, la penetrazione russa delle truppe di terra sembra essere riuscita nei primi 50 chilometri, fermandosi poi dinanzi alla necessità di rifornimenti adeguati.

È tuttavia difficile farsi illusioni: la forza militare russa è incomparabile con quella ucraina, anche se si ha l’impressione che il patriottismo cominci a funzionare più dal lato di Kiev che dal lato di Mosca. Al solito, le truppe d’attacco rischiano di riuscire al primo colpo, ma dovendo poi difendersi dalle reazioni ritardate. Si rischia una guerra forse più lunga del previsto. E la gran quantità di armi che circolano nel Paese sembra preannunciare una guerra guerreggiata di cui non si può ancora vedere la fine. Abituati ormai più alle guerre informatiche e commerciali, semmai a quelle dei droni e delle intelligence, con grande risparmio di vite umane tra gli attaccanti e con disprezzo delle vite umane degli attaccati, rivedere una guerra di terra nel cuore dell’Europa evoca fantasmi del passato e abitua di nuovo a scontri che sono ancora pane quotidiano in Siria, nel Sahel, in certe zone tribali del Myanmar. Scene di alta crudeltà.

Scrive un nostro corrispondente da Kiev: «Sono in temporanea sicurezza. Siamo tutti sotto shock. Si sentono esplosioni sulla riva destra di Kiev e in alcuni punti scoppiano tafferugli di strada. La situazione è tesa in molti distretti della capitale. Le forze armate ucraine stanno spingendo i gruppi di sabotaggio e ricognizione fuori dalla città di Kiev. I combattimenti continuano. La situazione a Kiev è sotto controllo delle forze armate ucraine e dei suoi cittadini».

Poi le incertezze e la decisione: «Al mattino è stato annunciato un attacco aereo in almeno sei città dell’Ucraina occidentale e centrale. Ma le grandi città dell’Ucraina orientale e meridionale sono state liberate dagli occupanti russi. Si decide il destino dell’Ucraina. Andiamo avanti con tutte le nostre forze. Siamo davvero testimoni di una storia drammatica. Un giorno vai a letto senza sapere se vedrai l’alba».

E ancora, con malcelato orgoglio, il nostro interlocutore esalta colui che è diventato il simbolo della resistenza: «Zelensky, l’eroe di un mondo intero! Un presidente che ieri non era stato preso sul serio e che era stato chiamato pagliaccio! Oggi questo pagliaccio ha mostrato al mondo intero cosa significhi stare con la propria gente, cosa significa stare con chi ti ha dato la sua fiducia, cosa significa essere presidente! Forza Ucraina!».

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