Lo spread tedesco sui giochi d’azzardo

In Italia è diventata una piaga grazie a una legislazione incentivante. Cosa avviene nel Paese locomotiva d’Europa? Un contributo dalla redazione di Città Nuova tedesca. I numeri, messi a confronto evidenziano tante anomalie
Slot machine

Giochi di fortuna – “Glücksspiele” è il termine tedesco per i giochi d'azzardo. Esprime già l’illusione dei giocatori di trovare la loro fortuna nel tentare la fortuna, invece per tanti risulta tutt'altro: tempo e soldi sprecati, debiti, rapporti familiari rovinati, dipendenza e ludopatia.

E' di oltre 32 miliardi di euro in Germania (oltre 80 in Italia! ndr) il volume d’affari annuale sul mercato dei giochi d’azzardo. Vuol dire che statisticamente ogni tedesco, dal neonato al più anziano, spende in media 400 euro all'anno (mille e ottocento in Italia, record mondiale, ndr) per i giochi “di fortuna”. Il mercato non cresce molto: dieci anni fa c'era un fatturato di 27 miliardi. In questo periodo è diminuito il giro d’affari delle lotterie e dei casinò e quindi l’incremento è completamente dovuto alla diffusione delle slot machine, passate da 183 mila nel 2005 a 265 mila nel 2012. Nello stesso periodo il numero delle persone che hanno cercato aiuto nei centri di consulenza per problemi di dipendenza è salito da 5 mila a 17 mila. Diversi centri di ricerca parlano però di cifre fra 100 mila e i 290 mila giocatori dipendenti (oltre un milione in Italia, secondo stima Oms)

Negli ultimi anni è cresciuta la parte dei giovani tra 18 e 20 anni che si rivolgono al mercato dell’azzardo. Secondo il centro federale per le informazioni sulla salute a Colonia (“Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung”) i soggetti più a rischio sono gli uomini nella fascia di età compresa tra 21 e 25 anni. Un titolo d´istruzione basso, disoccupazione e la provenienza dall’immigrazione sono i fattori che aumentano il pericolo di sviluppare una dipendenza.

Centri di ricerca autorevoli stimano i costi sociali causati da questo vizio da 300 a 600 milioni euro all'anno (6 miliardi di euro in Italia, ndr). Secondo gli esperti del settore, la criminalità indotta dalla crescita del mercato dell’azzardo supera quella dei tossicodipendenti. Restano comunque più elevati i costi sociali (40 miliardi di euro divisi a metà) derivanti dal consumo di alcol e tabacco.

Dal fatturato annuale di 32 miliardi di euro bisogna detrarre quasi 4 miliardi di tasse che vanno alle amministrazioni dei Länder (8 miliardi l’introito delle casse pubbliche In Italia, ndr). Lo Stato ha il monopolio per i giochi d'azzardo. Vuol dire che concede le licenze e svolge un compito di controllo ispettivo delle sale da gioco. Gran parte degli utili ricavati dalle lotterie statali sono investiti nello sport e nell’arte, nella protezione dell'ambiente e di monumenti, e in parte nelle istituzioni sociali e caritative.

Nel 2006, una sentenza della Corte costituzionale federale ha stabilito che lo Stato può mantenere il monopolio del settore solo se l’offerta del gioco d’azzardo avviene rispettando le misure necessarie a prevenire il fenomeno della dipendenza patologica . Le nuove norme quadro del settore introdotte nel 2012 sono ambivalenti. È fatto divieto di affidare più concessioni allo stesso soggetto, mentre le amministrazioni devono far rispettare l’obbligo di una distanza minima tra i diversi luoghi dove è consentito il gioco d’azzardo. Allo stesso tempo, tuttavia, altre norme aprono le porte ai giochi online, permettono di aumentare il numero complessivo dei locali dedicati all’azzardo, rimuovendo i limiti relativi alla pubblicità. Segni di una difficoltà crescente ad armonizzare responsabilità politica e interessi economici prevalenti.

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