Lo shock della Gran Bretagna

Inspiegabili le ragioni che stanno provocando disordini e violenze in varie parti del Paese. Il malessere dei giovani  e della soft society. Dal nostro corrispondente
Disordini a Londra

Le sommosse che in questi giorni stanno mettendo a ferro e fuoco diverse città della Gran Bretagna incontrano lo shock e la totale incomprensione della popolazione. Come è potuta accadere una cosa del genere in una società con altissimi standard di civiltà? Questa domanda si rincorre nei quartieri e in ogni parte della nazione. Tutti cercano una spiegazione per la violenza e la distruzione che sono esplosi in questi ultimi giorni.

 

Ascoltando i dibattiti sui media inglesi, si giunge alla conclusione di un gruppo di giovani decisi a mostrare il loro potere sovversivo e la capacità di regnare su strade in cui la polizia ha una limitata azione ed influenza. Non si riescono a fare analisi dettagliate e al momento sembra che la ragione scatenante sia semplicemente il desiderio di rubare quanto possono, avendo prima creato un’atmosfera di paura attraverso la violenza. Ma perché questo comportamento?

 

Per tanti di loro, queste sommosse sono una specie di divertimento, di cui si vantano davanti ai loro amici e davanti alle stesse autorità. Un fattore cruciale della protesta ancora una volta è la tecnologia: l’uso gratuito del servizio di messaggi del Blackberry ha consentito di organizzare questi attacchi violenti, diffondendo luogo e ora e invitando chiunque volesse unirsi a queste azioni di contrasto e forza.  

 

La polizia è sotto accusa, non solo per la responsabilità che gli viene attribuita per la morte del giovane di colore Mark Duggan, ma anche per l’eccessiva lentezza nelle reazioni e per una risposta blanda rispetto all’aggressività dei dimostranti. La risposta non si è fatta attendere: Abbiamo le mani legate dai politici e dalla legge – hanno detto i rappresentanti delle forze dell’ordine. Non possiamo essere altrettanto aggressivi perché saremmo noi ad essere processati in caso di decessi durante gli scontri».  

 

La gente è molto arrabbiata per questi giovani «senza una disciplina in famiglia, con padri assenti, espressione di una soft-society che gli consente di fare quello che vogliono senza essere puniti».  C’è anche chi comincia ad accorgersi che la società britannica non ha più basi morali, che vige la legge dell’avarizia, dell’egoismo, frutti di un consumismo estremo. La notte è trascorsa tranquilla, a Londra, ma nessuno sa con certezza quando queste sommosse si fermeranno o se la polizia riuscirà a riprendere il controllo delle strade. Sono giorni molto bui e di sconforto in cui i cittadini britannici non riescono a vedere una fine e la direzione che questa fine prenderà.

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