Lo scandalo del bene taciuto

La chiesa belga, sotto i riflettori dei media per i preti pedofili, ha al suo attivo migliaia di missionari al servizio di poveri e sofferenti in varie parti del mondo.
belgio

La chiesa in Belgio è stata sotto i riflettori dei media per le denunce di pedofilia nei confronti di circa 120 sacerdoti. Qualche mese fa la polizia era entrata platealmente nella sede del primate belga per prelevare i 400 dossier delle vittime che si erano rivolte ad una commissione indipendente perché, pur desiderando giustizia, volevano mantenere l’anonimato e preservare le proprie famiglie dallo scandalo. Il giudice che presiedeva questa commissione, voluta congiuntamente dallo Stato e dalla Chiesa, si è dimesso per protesta.

La bagarre mediatica ha taciuto o ha dato poco spazio ad un altro aspetto della cristianità in Belgio: le migliaia di suore, preti, religiosi e missionari che continuano a svolgere opere di bene a servizio di sofferenti e poveri. Riportiamo il commento, tra l’ironico e il cronachistico, di un nostro collaboratore.

«Alla vigilia della giornata missionaria mondiale potrebbe scoppiare uno scandalo senza precedenti nella Chiesa belga. Uno scandalo che implica 1.784 preti e 4.362 suore. Ancora imprecisato, ma notevolmente alto, il numero dei religiosi e dei laici dediti al lavoro ecclesiale. Uno scandalo che, se venisse alla luce, rischierebbe di offuscare il pur grave ed esecrando scandalo della denuncia di 124 preti presunti pedofili. La Gerarchia locale persiste nel suo silenzio e la grande stampa al momento non sembra ancora interessata al fatto».

 

Questo elevato numero di persone di Chiesa ha abbandonato la propria famiglia e la patria per le destinazioni più varie, in risposta ad una lettura del vangelo di sapore quasi fondamentalista; ossia ha preso alla lettera le parole di Gesù: “Andate in tutto il mondo, annunciate il Vangelo ad ogni creatura”. Questo fatto ha gettato nella costernazione molti fedeli che vi vedono una indebita ingerenza nei confronti delle altre religioni. Più ancora ciò che crea scandalo è che ognuna di queste persone ha scelto di condurre una vita celibataria, in palese contrasto con la più elementare condotta di vita umana.

 

In una società estremamente rispettosa della libertà individuale, non è la scelta in sé a destare problema, quanto piuttosto l’allarmante segnale che essa lancia: un inaccettabile richiamo a valori e realtà dell’altro mondo (!) che rischiano di suscitare interrogativi, se non prese di posizioni critiche, sul modo di vivere comune, che non conosce altri valori se non quelli materiali. C’è il rischio di vedere vanificato lo sforzo di tanta cultura contemporanea, che ha fatto di tutto per eliminare Dio dall’orizzonte della società.

 

Lo scandalo al momento continua ad essere coperto. Ne gioiscono tante persone povere, sole, abbandonate che, nelle regioni più remote del mondo, si sono viste arrivare questi uomini e donne dal Belgio per vivere accanto a loro, condividere le sofferenze, aiutarle, ridare speranza». 
 

 

 

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