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L’Italia strizza l’occhio al nucleare

di Fabio Di Nunno

- Fonte: Città Nuova

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

Il nostro Paese entra nell’Alleanza dell’Unione europea sul nucleare. Manca finora un dibattito pubblico adeguato relativamente ad un tema divisivo

Dopo due anni trascorsi come membro osservatore, e dopo due referendum (nel 1987 e nel 2011, poco dopo gli incidenti nucleari di Chernobyl e di Fukushima) con i quali gli italiani avevano detto No al nucleare nel nostro Paese, l’Italia è entrata ufficialmente nell’Alleanza dell’Unione europea sul nucleare, dove sono presenti Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Repubblica Ceca, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia, mentre l’Estonia è membro osservatore.

Tale iniziativa è stata lanciata nel 2023 dalla Francia, Paese che conta ben 57 reattori nucleari, che coprono circa il 70% del fabbisogno di energia elettrica, dai quali attinge anche l’Italia. La partecipazione all’Alleanza dell’Unione europea (Ue) sul nucleare permetterà all’Italia di essere coinvolta nelle discussioni, ma anche di accedere ai finanziamenti europei destinati ai progetti nucleari, accelerando lo sviluppo dei mini-reattori nucleari modulari per la produzione di energia nucleare di ultima generazione.

Questa scelta, che pure farà discutere, è in linea con le tendenze del Governo italiano, che lo scorso febbraio ha approvato un disegno di legge per il ritorno alla produzione di energia nucleare, attivandosi per sviluppare il quadro normativo entro il 2027. Secondo i promotori dell’energia nucleare, proprio i piccoli reattori modulari, compatti e rapidi da costruire (affermazione da verificare!), possono contribuire, insieme alle centrali nucleari grandi, a raggiungere quei target climatici e di sicurezza energetica stabiliti dalla Commissione europea. Si caratterizzano per flessibilità, sicurezza e costi ridotti (affermazioni da verificare!), rispetto alle centrali tradizionali grandi. L’obiettivo del Governo guidato da Giorgia Meloni è quello di avviare la produzione di energia nucleare a partire dal 2035, proprio grazie ai mini-reattori nucleari modulari.

Infatti, il piano d’azione strategico dell’Alleanza dell’Ue sul nucleare prevede che i suoi Stati membri sostengano i progetti di mini-reattori nucleari modulari, rafforzando la catena di approvvigionamento europea, in particolare per il carburante e per le materie prime; si attivino per coinvolgere utenti interessati ai mini-reattori nucleari modulari; si impegnino a creare un’accademia delle competenze nucleari; rafforzino gli scambi e i contatti tra i promotori del progetto, le autorità europee di regolamentazione della sicurezza nucleare e le autorità di regolamentazione negli Stati membri dell’Ue; cooperino con gli organismi internazionali competenti per aiutare i progetti di mini-reattori nucleari modulari europei.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha osservato che l’adesione dell’Italia all’Alleanza dell’Ue sul nucleare permetterà di «promuovere insieme la definizione di un quadro europeo favorevole allo sviluppo dell’intera catena del valore dell’energia nucleare, […] in linea con le scelte di politica energetica del governo italiano che promuove con convinzione il principio della neutralità tecnologica, per seguire una transizione energetica sostenibile, che garantisca la sicurezza e la resilienza del sistema energetico e favorisca imprese e famiglie». Infatti, «l’Italia sta seguendo una strategia nazionale che, in maniera trasparente e graduale, promuove una rivalutazione pragmatica del ruolo dell’energia nucleare come fonte decarbonizzata, sicura, affidabile e programmabile».

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