L’importanza delle tradizioni

Intervista ad Ezio Bernardi, direttore del settimanale cattolico di Cuneo, che continua a raccogliere testimonianze, racconti, storie e poesie di tanti abitanti del territorio, dando loro voce e raccontandone la cultura, la storia e la tradizione, come aveva già fatto Costanzo Martini
Langhe piemontesi foto di Alessandra Cimatti

L'Associazione "Primalpe" è nata nel 1978 a Cuneo da un'idea semplice e profonda di Costanzo Martini, giornalista professionista e scrittore, nato nel 1956 e deceduto nel 1998, per dar voce ai popoli, alla loro cultura, storia e tradizione "per non finire omogeneizzati". Di qui la pubblicazione di un calendario 'L tò Almanach" con saggi, racconti, pagine di diario in italiano, piemontese, occitano, provenzale alpino, la nascita della rivista "Primalpe" che ha raccontato "Le Alpi Nord Occidentali" dal 1980 al 1988 e di qui ancora la nascita dell'associazione senza fini di lucro "Primalpe: centro di cultura e tradizioni popolari delle Alpi Sud Occidentali". Da allora il gruppo di fondatori si è ampliato, ha coinvolto centinaia di scrittori, poeti, ricercatori e dato alle stampe decine e decine di volumi. La morte di Costanzo Martini, mente e motore del sodalizio, ha costretto l'organizzazione a una ricostituzione. È così che nel 1998 è stata fondata l'associazione culturale senza fini di lucro “Primalpe – Costanzo Martini”. Ezio Bernardi, giornalista professionista e direttore del settimanale cattolico di Cuneo, che continua con sempre maggior passione a raccogliere testimonianze, racconti, storie e poesie di tanti, dando loro voce e raccontando la loro cultura, la loro storia e la loro tradizione.

Ezio Bernardi, perché è bello vivere a Cuneo?
«Perché è una città dove non arriva mai la nebbia. E lo sguardo può rigenerarti ogni giorno: d’estate e d’inverno le Alpi Marittime la abbracciano a ferro di cavallo. Sui muri delle case e sui pavimenti delle strade, come nei suoi viali alberati, non si formano mai l’untuosità scivolosa e la muffa, prodotti tristi delle nebbie padane. Non è poesia, sono caratteri che la natura ha inciso nel Dna della cuneesità. Città dove i campanili e le chiese sono tante e ancora frequentate, ma nessuna attira troppo l’attenzione. Si vive a grappoli di comunità, strette e partecipate. Con i difetti e i pregi della piccola città. Solidarietà concreta e diretta, controllo sociale su ogni azione pubblica e politica, là dove tutti si conoscono e si incontrano, costretti a incrociarsi ogni giorno lungo la doppia galleria di portici che tutta l’attraversa».

Perché venire ad abitare a Cuneo?
«Per la natura e il paesaggio. Soprattutto le vallate restano largamente incontaminate e non hanno ancora patito la cementificazione selvaggia. Per la gastronomia variegata, frutto dell’incontro delle culture montanare, occitane, con quelle delle langhe e dei suoi vini e dei suoi tartufi. Per questo e per l’ordinata tranquillità, molti stranieri e molti vip italiani hanno casa nelle langhe e nelle vallate cuneesi».

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