Libri: si cambia

Entra un vigore la nuova legge sull’editoria: lo sconto sui libri non potrà essere maggiore del 15%. Intervista a Paolo Friso, responsabile vendite di Città Nuova 
Fiera del libro - Francoforte 2010
Con questa legge che limita gli sconti, non si danneggiano i cittadini?

È  l’esatto opposto. Chi è dentro il mercato editoriale sa bene che per gli autori dei libri il principale introito deriva dall’impegno degli editori. Se si toglie margine all’editoria, nessuno investirà più sui nuovi autori. Rimarranno quindi sempre e solo i soliti nomi, che vendono bestseller pompati e che saturano le vetrine dei punti vendita.

 

Ma gli sconti cosa c’entrano?

Appunto, un sistema di sconti selvaggi serve solo a concentrare gli acquisti in pochi mega punti vendita, facendo scomparire non solo le piccole librerie e gli editori medi e piccoli, ma anche le novità dei nuovi autori, visto che alla fine nei negozi c’è spazio solo per i primi 100 o giù di lì. Senza sconti eccessivi infatti per gli utenti finali – cioè per i lettori – non solo migliorerà il servizio ma soprattutto aumenterà l’offerta editoriale.

 

È una legge che ha messo d’accordo maggioranza e opposizione. Ci sono delle eccezioni?

Si potrà arrivare in alcuni casi al 25% di sconto, ma solo per offerte di durata massima 30 giorni e non ripetibili nell’anno.

 

Il 3 per 2 si potrà ancora fare per i libri?

Ovviamente no.

 

Com’è la situazione all’estero?

La regolamentazione del prezzo dei libri è la norma nella maggior parte dei paesi europei. Tra l’altro, ad eccezione dei paesi anglosassoni, di tutte le leggi sul libro in vigore in Europa quella italiana resta ancora la più aperta e flessibile.

 

Non si rischia, però, di perdere lettori, che già in Italia sono pochi?

Si ripete spesso che l’indice di lettura in Italia sia basso perché il prezzo dei libri è alto, ma non è così. I dati AIE (Associazione Italiana Editori) ci dicono il contrario: il prezzo per pagina in Italia è più basso di quello francese e tedesco.  All’estero quindi i prezzi dei libri sono maggiori eppure gli indici di lettura sono più alti.

 

Qual’è allora il motivo della scarsa lettura in Italia?

Uno dei motivi è che una proposta editoriale valida costa, ma se il margine di guadagno è troppo basso questa non arriva al mercato. Gli investimenti in pubblicità infatti vengono fatti solo per i soliti grandi nomi, spesso tra l’altro usati come “articolo civetta” nei supermercati. Anche per le riviste di basso prezzo è la stessa cosa: l’edicolante ha un margine così risikato che alcune non le espone neanche.

 

C’è differenza negli sconti possibili tra libri cartacei ed e-book?

No

 

Quali strategie sta mettendo in campo l’editrice Città Nuova?

Stiamo potenziando la rete di distribuzione cercando di rafforzare e ampliare la rete degli agenti. Abbiamo inoltre stretto una partnership operativa con Messaggero Distribuzione aprendo  un nuovo magazzino per la logistica a Monterotondo, alle porte di Roma.

 

Per quanto riguarda i contenuti, qualche anticipazione per l’autunno?

Tra i molti titoli che stiamo preparando, ne segnalo alcuni: prima di tutto il nuovo libro su Chiara Luce, vista nel contesto della famiglia. Sulla crisi economica, invece, uscirà La nuova fattoria degli animali, simpatica narrazione in stile favolistico, con un contenuto rigoroso e informato. Nelle prossime settimane pubblicheremo anche l’antologia di Chiara Lubich sulla Parola di Dio, disponibile in formato sia cartaceo che audiolibro, con testi diversi l’uno dall’altro. Infine, per le Grandi Opere, due interessanti tematiche di Rosmini, su felicità e coscienza morale.

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