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Cultura > Spagna

L’Esperpento compie 100 anni

di Javier Rubio

- Fonte: Città Nuova

«Gli eroi classici riflessi negli specchi concavi danno l’esperpento. Il senso tragico della vita spagnola può darsi solo con un’estetica sistematicamente deformata» (da Luces de Bohemia, scena XII, di Ramón María del Valle-Inclán)

Ramón María del Valle-Inclán y de la Peña foto Di Aferro – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.

Il professore costaricano Norman Marín Calderón, dottore in filologia e editore, in un saggio affronta la figura letteraria dell’esperpento, creata un secolo fa dallo scrittore e giornalista spagnolo Ramón María del Valle-Inclán (1866-1936).

Così lo definisce: «Si tratta di una tecnica letteraria […] che si distingue per l’esame di una distorsione sistematica della realtà, accentuandone gli attributi grotteschi e incoerenti, dove animali e cose vengono umanizzati mentre gli esseri umani vengono animalizzati. I personaggi del ciclo esperpentico sono esseri segregati, cupi e deformi, […] eppure possiedono la perspicacia del giullare. L’autore esperpentico funziona quindi come un demiurgo che interviene nella situazione caotica, popolandola di grottesco e strutturandola come un disordine». E aggiunge: «Costituisce un modo di intravedere il mondo e smascherare la realtà».

Questo modo letterario di osservare la realtà richiama alla mente altri ambiti dell’arte che anch’essi smascherano la realtà, anche la più tragica, attraverso risorse ironiche tangenziali, a volte perfino sarcastiche e crudeli, che cercano di suscitare nel destinatario del messaggio una qualche reazione, a favore o contro il personaggio grottesco. Ad esempio, tanti ninots (figure e pupazzi di cartapesta, che vengono poi consumati dal fuoco, con cui a Valencia si costruiscono le fallas) oppure tante murgas (gruppi di cantori di carnevale a Cadice, che parodiano eventi e personaggi di rilievo) hanno un certo sapore esperpentico.

Ciò che forse sorprende di più è quanto questa tecnica letteraria abbia invaso la narrazione giornalistica, se non addirittura la cronaca storica. Vi risparmio gli esempi che il mio cervello suggerisce per non offendere nessuno o puntare il dito contro qualcuno, per non essere querelato per diffamazione. Tuttavia, se si ha familiarità con i meccanismi interni dei media, si identificheranno facilmente esempi grotteschi qua e là. In altre parole, «animali che diventano umani» ed «esseri umani che diventano animali». E questo avviene a gradi.

C’è un caso che, essendo così abusato e stranoto in Spagna, non credo offenda nessuno: come si chiamava il famoso fidanzato di Isabel Ayuso, la governatrice della regione di Madrid? Sapete, quello che da tempo era indagato per presunti reati fiscali e che poi lo scorso anno ha patteggiato, riconoscendosi colpevole. Appare ai telegiornali quasi ogni giorno, e il suo nome viene spesso omesso, sostituito dalla frase ad effetto: «La coppia della Ayuso». Forse quest’uomo non ha un nome? Letteralmente parlando, Alberto González Amador è stato ridotto a una mera trovata pubblicitaria per la sua coppia. Anche questo è esperpentico. Voglio dire non lui, né lei (non sia mai!), ma il modo in cui la questione è riportata è in stile esperpentico.

 

 

 

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