L’eredita’ di Chiara Lubich nelle scienze sociali

L'eredita' di Chiara Lubich nelle scienze sociali
E’ stata la Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento a fare da cornice, lo scorso 16 e 17 dicembre 2011, all’attesa inaugurazione dell’Area di Scienze sociali e Comunicazione dello IUS, al centro di un Convegno di due giorni finanziato dalla Fondazione “Per Sophia” con il contributo della Provincia Autonoma di Trento. 


“Chiara Lubich e la sua eredità nelle Scienze sociali. Stimoli socio-logici trentini”: questo il titolo del Convegno, filo conduttore della lezione magistrale proposta da Bernhard Callebaut, titolare della cattedra di Fondamenti di Scienze sociali, che coordinerà la nuova Area di ricerca. 


Le giornate di studio si sono svolte nella bella città alpina per il radicato legame che collega lo IUS fondato da Chiara Lubich alla sua città natale, cosicché alla delegazione di professori e studenti, arrivati appositamente da Loppiano, si sono aggiunti per l’occasione numerosi trentini che hanno voluto essere presenti all’atto pubblico.

E’ dunque il momento delle scienze sociali, che acquistano rilevanza all’interno dell’attività accademica dello IUS, accanto ai due Dipartimenti di Economia e Studi politici già costituiti. Del resto, non poteva essere che così, dal momento che il pensiero e l’opera della Lubich non mancano di proporre anche in questo ambito significativi elementi di approfondimento e innovazione. Quattro le linee di ricerca che il prof. Callebaut ha voluto menzionare nella sua relazione inaugurale:

  • lo studio dei movimenti religiosi contemporanei, specie in campi tuttora poco esplorati come quello ecumenico e del dialogo interreligioso;

  • la sociologia dei processi culturali, e in particolare le idee di comunità e di comunione, che chiamano in causa la complessa ricezione del principio trinitario nella storia del pensiero cristiano;

  • gli studi su femminile e maschile, sulla relazione uomo-donna, un ambito che riceve stimoli importanti dall’azione della fondatrice trentina;

  • la crescente complessità della società moderna che reclama una nuova definizione dei processi di sintesi e di composizione tra le diversità, tra ruoli e funzioni sociali per una integrazione più efficace, dal locale al globale.

La riflessione sui temi proposti è stata affidata a quattro autorevoli sociologi che hanno commentato le pagine di Callebaut con una ricchezza di contenuti notevole: Michele Colasanto (Università Cattolica di Milano) ha sottolineato l’esigenza così presente nell’opera della Lubich di ridare spazio al legame sociale e ai vincoli solidaristici, per orientare la città degli uomini al buongoverno e alla qualità della vita insieme; Salvatore Abbruzzese (Università di Trento) ha descritto l’opera della Lubich, tra l’altro, come una poderosa cattedrale di senso per l’epoca contemporanea, che non si sottrae in alcun modo alle sfide dell’umano. E’ toccato poi a Giulia Paola De Nicola (Università di Chieti, Pescara), che ha evidenziato la forza del profilo femminile della Lubich, la sua capacità di sovvertire gli stereotipi attraverso un’autentica esperienza di reciprocità uomo-donna, tracciando nuovi percorsi nella Chiesa e nell’umanità; e infine Gennaro Iorio (Università di Salerno), che ha voluto rimarcare un diverso approccio alla dimensione conflittuale della vita sociale, di cui oggi si avverte l’urgenza, che parte dal riconoscimento del conflitto e lo assume dentro un dinamismo generativo di bene.

La sessione pubblica è stata preceduta e seguita da due intensi momenti seminariali, in cui gli interventi di altri studiosi di scienze sociali, (Tiziano Vecchiato, Padova – Virginie Alnet, Parigi – Silvia Cataldi, Cagliari – Giuseppe Pellegrini, Padova – Licia Paglione, Chieti), amici di Sophia e della rete internazionale Social-One/Scienze Sociali in dialogo, hanno introdotto nuovi spunti su temi di politica sociale, su scienza e tecnologia, metodologia della ricerca.

 

“Da tanto tempo”, osservava un partecipante, “queste aule non vedevano questo entusiasmo… ”. La rivista accademica dell’Istituto pubblicherà per intero i diversi contributi.

 

 

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