Lentamente, riprende la vita

Rimangono ancora mucchi di fango, che a levarli sono necessarie le ruspe, ma a rilento si riparte. La burocrazia cerca di snellire le procedure ed è stato attivato un numero verde, mentre la magistratura ha aperto indagini per omicidio e disastro colposi. Ma la solidarietà non aspetta, con grandi o piccoli contributi
Rifiuti a Genova

Per giorni la fila dei camion della municipalizzata e dei privati era incessante. Entravano da un lato, scaricavano le loro benne stracariche di detriti e poi ripartivano nuovamente a caricare lungo le arterie e le stradine sommerse. È alla foce, sull’intera area di piazzale Kennedy, la grande discarica a cielo aperto, dove si continuano a portare, assieme ad ogni sorta di detriti e a tutta la merce alluvionata, le centinaia di auto e moto danneggiate. «Un colpo d'occhio che mette i brividi». 

A una settimana dall’alluvione la città di Genova, si riprende pian piano la vita. Certo rimangono ancora mucchi di fango ormai rassodato, che a levarlo sono necessarie le ruspe. Rimangono ancora magazzini da bonificare, cantine da svuotare. Le idrovore continuano a pompare acqua dai tanti sotterranei ancora allagati. Ma in generale si sta ripartendo: a rilento, ma si riparte.

La burocrazia cerca di snellire le procedure, ne è esempio l’accordo siglato tra Regione, Camera di Commercio e Ordini professionali sulla stesura gratuita delle perizie per i danni subiti dai commercianti. «Tutti gli ordini professionali hanno dimostrato una grande sensibilità e disponibilità in un momento delicato come l’attuale – ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guccinelli – e a loro va il nostro ringraziamento». Da palazzo Tursi, l’amministrazione comunale, ha attivato un numero verde per ricevere segnalazioni dai cittadini colpiti dall’alluvione e fornire informazioni sulle attività in corso per il post-alluvione.

Ci si muove intanto su diversi fronti. La magistratura ha aperto due diverse indagini. La procura ligure ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio colposo e anche per disastro colposo. Nel mirino, le opere realizzate e, soprattutto, quelle non realizzate in ambito idraulico, così come la manutenzione degli alvei del fiume Bisagno e la catena di attività degli organi amministrativi, dalla mancata allerta alla gestione d'emergenza, al piano di protezione civile del Comune. Secondo quanto si è appreso, la polizia giudiziaria ha già acquisito i rilievi fotografici aerei fatti dal nucleo aeronavale della Guardia di finanza. Le attenzioni degli investigatori si concentreranno sugli ultimi tre anni, dall'alluvione del 2011, per la quale un pool di esperti aveva fatto una ampia relazione che costituirà la base di partenza per l’indagine.

Tante le risposte arrivate all’appello lanciato ieri dalla Regione Liguria per sottoscrizioni e contributi. Significativa quella della società di costruzioni Salini-Impregilo, che ha regalato il progetto esecutivo per il rifacimento dell’ultimo tratto della copertura del torrente Bisagno. «Grazie a questa impresa potremo ridurre i tempi di 9 mesi, ridurre il pericolo di ricorsi e risparmiare 1-2 milioni di euro», ha detto il presidente della Regione, Claudio Burlando. «Abbiamo deciso di donare il progetto – ha spiegato l’ad Pietro Salini – perché ci sembra importante che la società civile dia un contributo di fronte a tragedie come questa. La nostra società crede in questo Paese. La grande sfida è riuscire a fare le opere e di fronte all’appello con cui si chiede di aiutare a fare in fretta siamo intervenuti». 

Questa la situazione. Ma al centro di tutto e prima di tutto, rimangono loro. I negozianti, i tanti cittadini che hanno visto ancora una volta le loro attività, le loro abitazioni, distrutte. È consolante la solidarietà che viene manifestata loro in mille forme. Con denaro, braccia e manodopera gratuita. Una signora anziana, arrivata a piedi da una strada non alluvionata, gira con una grande borsa di tela cerata, dentro alcuni termos e dei bicchieri di carta mezzi sgualciti. Offre caffè e tè, quando finisce, ritorna a casa e li riempie nuovamente. «Posso offrire solo questo, sono pensionata e sola, ma quello che ho lo do volentieri». Anche questa è solidarietà. È concretezza.

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