L’Egitto sull’orlo del conflitto interno

Lo sciopero delle forze dell'ordine sta contribuendo a rendere particolarmente insicuro il Paese. I disordini e gli scontri si susseguono e non mancano i morti
Funerali dei cristiani uccisi in Egitto

In Egitto, particolarmente al Cairo, riprende a salire la tensione, dopo che quattro copti e un musulmano sono stati uccisi da armi da fuoco nel quartiere di Khosous, alla periferia della capitale, dove, fra l’altro, sono stati dati alle fiamme anche un asilo e alcune case di cristiani. Purtroppo gli scontri non si sono fermati a questi atti violenti, ma sono continuati anche durante i funerali delle vittime cristiane presso la cattedrale di san Marco. Infatti, nel corso delle esequie, il corteo funebre è stato attaccato da cecchini con bombe molotov e preso a sassate. Il risultato dei nuovi incidente è tragico: un morto ed una ottantina di feriti.

Sembra abbastanza probabile che questi atti che coinvolgono le due comunità religiose siano stati provocati per distrarre l’attenzione dalle manifestazioni che l’opposizione laica, il Fronte di salvezza nazionale (Fsn), aveva progettato in questi giorni contro il potere dei Fratelli musulmani. Non sono mancate le condanne, anche dalle autorità di al-Azhar, ma il problema, come abbiamo avuto occasione di sottolineare in altri articoli, è l'assenza della polizia e delle forze dell’ordine. Cresce, dunque, la tensione, senza garanzie per la sicurezza.

Gli incidenti sono cominciati a Khosous, dove sui muri di una sede islamica sono apparse scritte con una svastica. Di questo fatto sono stati accusati i cristiani e la violenza, che è esplosa, ha causato la morte di cinque persone, fra cui anche un musulmano. Nel caos che regna nel Paese, aggravato da tensioni procurate da forze che cercano di distogliere l’attenzione dai problemi reali, sono seguiti altri incidenti localizzati. Fonti cristiane parlano anche di incitamento da parte di imams. Da qui la folla che ha assaltato l’asilo e i negozi dei cristiani, incendiando e distruggendo. Il vuoto creato dallo sciopero della polizia ha garantito un intervento pronto e quando alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine sono arrivati sul luogo degli scontri, era già tardi. Si dice che abbiano assistito senza intervenire, e questo fa nascere il sospetto in qualcuno che siano complici di quanto accade.

Ovviamente, la situazione è surriscaldata e, nel corso del rito funebre per i copti morti, sono stati lanciati slogan contro il presidente Morsi. Il funerale stesso, pur essendo un momento ad alto rischio, non era sufficientemente presidiato dalla polizia.

Si è saputo che il presidente Mohamed Morsi ha contattato telefonicamente il patriarca copto Tawadros II per esprimere la sua solidarietà. «Ogni attacco contro la cattedrale – ha affermato Morsi – è come un attacco contro la mia persona». Il presidente ha anche dichiarato che «la protezione di tutti i cittadini, musulmani come cristiani, fa parte delle responsabilità dello Stato».

Tuttavia, le dichiarazioni rilasciate dai Fratelli Musulmani, compreso il presidente, sono sempre meno credibili alle orecchie della popolazione sia cristiana che musulmana. Molti vi leggono ormai un doppio linguaggio.

Le condanne vengono da ogni parte, anche i Fratelli Musulmani hanno lanciato appelli per chiedere a tutti di «rifiutare e condannare la violenza». Il grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, oltre a denunciare gli scontri, ha inviato suoi rappresentanti nella zona per calmare la situazione. Tayyeb ha detto che proteggere l'Egitto dalle violenze settarie e dal razzismo è un dovere religioso e nazionale perché «il sangue di tutti gli egiziani è prezioso».

Anche il capo della diplomazia dell’Unione europea, Catherine Ashton, che in questi giorni si trova in visita al Cairo, ha affermato di essere «estremamente preoccupata per i violenti incidenti» che ci sono stati, ed ha rivolto una richiesta formale alle autorità di «rafforzare il dispositivo di sicurezza per ristabilire l’ordine».

L’agenzia Misna ha anche dichiarato che a due anni dalla caduta del regime di Mubarak, il clima socio-politico nel Paese si è fatto incandescente. Preoccupa, soprattutto, la spaccatura istituzionale, fra presidenza e potere giudiziario. Continuano, intanto, da alcune settimane le proteste di piazza convocate dal Fronte di Salvezza Nazionale (Fsn) di opposizione. Proprio questo potrebbe essere il motivo di tutto quanto sta succedendo in questi ultimi giorni.

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