Ogni giorno sui social e qualche mass media escono annunci di terapie promettenti contro il cancro, la demenza, il Parkinson. Annunci talora astiosi verso la medicina tradizionale, con riferimenti a Big Pharma e altri centri di potere occulti, che certo meritano di essere tenuti sotto osservazione, in quanto sappiamo quanto oggi il business finanziario influenzi molte terapie farmacologiche e altre opportunità di cura.
Ma al di là dell’ostilità, dal punto di vista scientifico sono quasi sempre fake news che sfruttano l’ansia di trovare presto una soluzione per gravi malattie. Queste scoperte scientifiche “rivoluzionarie” sono, quasi sempre, risultati di ricerche svolte in laboratorio, senza esperimenti sull’uomo o su altri esseri viventi (cavie). Per lo sviluppo di una terapia sicura ci vogliono invece di solito almeno altri 8-10 anni di lavoro, e quindi non sono immediatamente praticabili prima che siano testati con studi complessi, in almeno quattro fasi eticamente determinate, da decenni, da severi organi di controllo sulla sperimentazione a livello internazionale.
Quanto dimostrato in laboratorio potrà pertanto avere eventualmente un “potenziale clinico futuro”, ma non è mai applicabile direttamente. Infatti, quando applicate su esseri viventi, le terapie mostrano spesso effetti collaterali non prevedibili, talora importanti e dannosi, fino al sorgere di patologie gravi o alla morte.
È da considerare che in media, su 10 promettenti terapie in cui le ditte farmaceutiche, dopo studi in laboratorio, provano ad investire, a volte con anni di ricerca e miliardi di dollari (e non è piaggeria verso Big Pharma), solo una diventa poi praticabile con sicurezza nell’essere umano, anche perché un organismo vivente mette in atto meccanismi di modifica delle sostanze assunte, di feedback o di tolleranza al farmaco, spesso impensabili e difficilmente prevedibili.
Se consideriamo l‘ambito oncologico, spesso si tratta di terapie salvavita su tumori complessi e difficili da studiare e debellare, di cui sappiamo poco. Altro esempio: tra i 244 farmaci testati per l’Alzheimer negli ultimi 10 anni, solo uno ha ricevuto l’approvazione al commercio. Pertanto, dare risposte semplici a problemi complessi senza sufficiente conoscenza è molto pericoloso e fuorviante per le persone, in particolare per chi vive tali drammi.
Questo significa che dobbiamo arrenderci? No, ogni giorno facciamo passi avanti piccoli, ma significativi nel combattere i vari tipi di cancro e altre gravi malattie. Senza inutili complottismi conviene, mantenendo una sorveglianza attiva, fidarsi della medicina cosiddetta “ufficiale” e dei protocolli sperimentali portati avanti da studiosi competenti, con verifiche rigorose e incrociate di efficacia. Il tempo per la verifica serve, e più di tanto non si può accorciare.