Il vissuto del Natale e delle festività in genere può essere attraversato in un modo molto differente per ciascuno noi. Se pensiamo a com’è l’esperienza dell’attesa di un bambino, una nuova vita che viene al mondo, è emotivamente intensa e complessa, e dal punto di vista psicologico può coinvolgere diverse dimensioni affettive, identitarie e relazionali. L’arrivo di un bambino, non solo per i genitori, ma anche per zii, nonni, amici, attiva un sentimento di rinascita e continuità.
Per i nonni l’arrivo di un nipotino rappresenta spesso un nuovo capitolo della propria vita: il piacere di vedere la famiglia crescere e allargarsi, la sensazione di lasciare un’eredità familiare e identitaria; una stagione che dà un nuovo senso alla vita. La tenerezza si espande prima ancora che la creatura sia nata, c’è un inspiegabile entusiasmo per l’idea di accudire un neonato, curiosità sul suo carattere e sul ruolo che avrà nella famiglia, l’amore si manifesta già mentre il pancione cresce. A ciò si unisce anche la riflessione sul tempo che passa, accanto alla gioia può emergere anche una componente nostalgica.
Mentre i genitori si barcamenano nella nuova vita a tre, in questo nuovo assetto del sistema familiare, ricercando spazi, confini, nuove regole, i nonni e gli zii spesso sperimentano un forte desiderio di protezione e sostegno, quel “voglio esserci”. Dal punto di vista psicologico profondo, l’arrivo di un nipotino può simboleggiare la possibilità di trasmettere la propria storia, e può stimolare la consapevolizza del ciclo della vita. Come accade qualcosa di speciale nelle case dei nascituri, così anche il Natale vissuto nella sua essenza può dare la percezione che qualcosa di speciale stia per accadere, può dare la sensazione di vivere un tempo diverso; più intenso.
La “magia dell’attesa” è dopaminergica, è una preview di gioia. Spesso, il Natale rappresenta un ritorno a emozioni infantili ancora presenti in noi. Si risveglia un desiderio di vicinanza e connessione, la voglia di sentirsi parte di qualcosa. Psicologicamente, questo risponde al nostro bisogno di sicurezza emotiva e di appartenenza. Allo stesso tempo il Natale è una delle feste più cariche di ricordi, questa atmosfera può quindi riattivare: memorie dell’infanzia, delle tradizioni familiari, ricordi di persone care che non ci sono più, emozioni passate sia dolci che malinconiche. Questa miscela di gioia e nostalgia è del tutto normale.
Non per tutti l’attesa del Natale è leggera: può essere anche fonte di pressione emotiva. Se guardiamo al significato simbolico e spirituale del Natale, è di rinascita, speranza e rinnovamento. Allora, questo tempo di attesa – che sia di frizzante buon umore gioioso, oppure, triste e nostalgico – può essere un’occasione per ritrovare questi aspetti dentro di te. Riconnetterti a te, ritrovando un senso di calore interiore. In che modo oggi puoi far rinascere una parte di te? Puoi esserci per quella parte piccola ed emotiva che ti porti dentro, puoi essere gentile verso la tua parte dolorante o malinconica. Possiamo nascere e ri-nascere tante volte. L’amore può nascere!