Oltre 70 opere ed oltre 40 artisti cinesi vengono da Shanghai e si confrontano con i grandi del nostro Novecento, che essi già apprezzano. Alcuni nomi: Morandi, De Chirico, Modigliani, Boccioni, Fontana, Carrà, Schifano, Kounellis e poi anche Cattelan o Davide Rivalta, fra i molti.

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È una cascata di bellezza secondo il “secolo breve”, che passa dal Futurismo all’Arte Povera, alla post-Metafisica all’Informale.
La risposta cinese è eloquente, incisiva, personalissima. E visitando la rassegna nelle sue tre sezioni dedicate a Spazio-Tempo, Pensiero-Immagine, Tradizione e Innovazione, ci si accorge che il mondo orientale è ancora molto agganciato all’arte tradizionale secolare, ma non si ferma, anzi è in costante evoluzione grazie pure al confronto con l’Occidente.
Così capita di osservare Il Ragazzo sul cavallo essenziale di Carlo Carrà e da vicino l’opera Dieci segni di Ding Y che ripropone una sorta di arazzo metafisico e geometrico da dipanare. Guardiamo ammirati sempre Giorgio Morandi con la sua implacabile Natura morta o il Concetto spaziale di Lucio Fontana e siamo attratti da alcune fra le numerose “visioni” cinesi.
Penso alla Impressione di Gao Chuan con i grattacieli di Shanghai visti dall’alto da sembrare una foresta glaciale, stupefacente per la ripidità del disegno, la precisione geometrica degli spazi e quel vuoto abissale che si impone e quasi ci fa paura. L’uomo in una simile città si sente meno di una formica e l’opera ci trasmette questa sensazione con una energia ed un segno tagliente in qualche maniera sovra-umana.
Xin Dongwang presenta Due Uomini: una desolazione impietrita, un mutismo forse indifferente, statue umane senza rapporto, essenze metafisiche si direbbe.
Zao Qingzxi propone il Viaggio: un cavaliere issato in groppa ad un cavallo. L’eco dei guerrieri antichi è ben presente, ma l’autore fa del personaggio il simbolo del mondo cinese attuale che non smette di viaggiare e di voler conoscere.
Quello che accomuna questa e le molte altre opere è l’oscillazione continua fra la tradizione di natura di persone e di folle e l’approccio al segno contemporaneo, al nostro Novecento frantumato, dispersivo, ma vitale e creativo. È un dialogo che è iniziato da tempo ed ora viene ufficializzato, perché l’Accademia d’arte di Shganghai è favorevole ad una forma artistica di carattere sociale, educativo, affrontando il linguaggio occidentale, dialogando con esso, con la propria originale identità. Affascinante.
2025 East and West: International Dialogue Exhibition – From Shanghai to Rome. Galleria Nazionale d’arte moderna. Fino al 14. 9