Ha lasciato notevoli strascichi dietro di sé il maltempo che ha colpito la parte orientale del Friuli e il goriziano. E non solo per l’esondazione di alcuni corsi d’acqua che in condizioni normali sono poco più che torrenti, ma che tra domenica e lunedì sono arrivati – come il caso del Torre a Versa, in provincia di Gorizia – a coprire interi paesi fino al primo piano delle abitazioni, con alcune centinaia di persone sfollate e danni ancora da quantificare con esattezza. E nemmeno soltanto per la frana che a Cormons, sempre nei pressi di Gorizia, ha travolto alcune abitazioni e sepolto tre persone, di cui soltanto una estratta viva. Ma soprattutto perché una delle due persone rimaste uccise sotto il fango era un giovane che già aveva provveduto a portare al sicuro la compagna, ma ha voluto tornare indietro per aiutare l’anziana vicina – che come lui però, purtroppo, non ce l’ha fatta.
Ha quindi così avuto grande eco mediatica la storia di Quirin Kuhnert, trentaduenne tedesco, che aveva scelto di trasferirsi nella piccola frazione di Brazzano e rilevare un negozietto di alimentari e panificio, chiuso da tempo: una scelta che lui aveva descritto come dettata dalla passione per questo angolo al confine tra Italia e Slovenia, dove da ragazzino trascorreva le vacanze con la famiglia. Già prima dei fatti, dunque, il suo arrivo aveva suscitato viva attenzione nella comunità, che vi aveva visto una significativa “ventata d’ossigeno” allo spopolamento e alla desertificazione commerciale che sta colpendo i piccoli centri. Nelle testimonianze raccolte dai media locali viene descritto come un giovane che si era ben inserito nella comunità, diventando presto amico di tutti; così come la compagna Jessica, che lo aveva raggiunto dalla Germania, e lavorava con lui nel negozio.

Vigili del fuoco a lavoro sul luogo dove una frana di fango ha travolto nella notte un’abitazione a Brazzano di Cormons, nel Goriziano, 17 novembre 2025. ANSA/Diego Petrussi
Poi appunto gli eventi della notte di domenica 16 novembre: le strade diventano fiumi, lui posta anche un video sui social a testimoniarlo. E intanto tiene d’occhio la collina che sovrasta le case e che, come da diverse testimonianze (tra cui quella del figlio della donna morta), già suscitava preoccupazioni per la possibilità di frane. Quirin intuisce che la colata di fango sta per arrivare, avverte altri vicini e porta Jessica in un luogo sicuro; ma poi, insieme ad un altro uomo, Matteo Betetto, torna indietro per aiutare l’anziana vicina: l’83enne Guerrina Skocaj, che ancora non è uscita di casa. Non faranno in tempo: la frana si abbatterà sulla casa prima che i tre abbiano modo di allontanarsi, e solo Betetto verrà recuperato vivo dai soccorritori.
Una storia che lo ha fatto descrivere come un eroe, con diverse testimonianze comparse sulla stampa goriziana; e che ha fatto “sbiadire” tante altre storie di persone che hanno perso tutto in questa alluvione – la più nota è la chef stellata Antonia Klugmann, il cui ristorante L’Argine, appena ristrutturato dopo una precedente inondazione, è finito nuovamente sott’acqua. Ora la comunità si stringe in particolare attorno a Jessica.
Intanto la Procura di Gorizia ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, per accertare eventuali responsabilità in quanto accaduto.
Rimane il gesto di Quirin,e anche di Matteo Betetto, che è altamente significativo in primo luogo perché ha dato la vita per un’altra persona; ma anche perché, come in molti hanno notato, la sua presenza e il suo legame con diverse persone anziane del paese testimoniava un’unione tra generazioni e tra Paesi, tra passato e futuro.