Sfoglia la rivista

Italia > Feste

La zucca

di Mara Torricelli

Il simbolo di Halloween, la festa dei morti, ha tante caratteristiche, positive e negative, sia in natura che nell’interpretazione popolare e… commerciale

In Natura, ogni cosa che diventa abitudine o leggenda, è legata alla terra. E così, la zucca, che nasce e si sviluppa ad ottobre e novembre, è il simbolo della terra che, ormai arata, nasconde il seme, in attesa dello sviluppo e della rinascita primaverile. Non c’è uomo, né storia, se non c’è la terra, e la sua filosofia, a spiegarci il reale. Come nella terra, così nella vita, i semi della terra destinati a marcire (i morti) vengono pregati e festeggiati, e, con loro, i Santi. Perché sono i morti che diventano Santi. E l’uomo ha stabilito che quello fosse un momento per pregarli, perché il raccolto sia fruttuoso, perché il ciclo morte-vita del seme vada a buon fine.

Così il 2 novembre, si pregano i morti, i nostri defunti, perché ci siano benevoli, e infatti, in tutti i riti di valore apotropaico, si cerca di allontanare la morte. Come si allontana la morte? Magari facendole paura: si prende la zucca[1], si svuota, si incide come un fantoccio demoniaco e si riempie di luci. Fuori dalla porta essa allontana il male e propizia il bene, come vuole una tradizione che nasce dai Celti antichi e che, passata in America e ritornata dopo un lungo giro in Europa, prende il nome di Halloween[2], la festa dei morti.

La protagonista è sempre la zucca, il frutto più rappresentativo di questo momento dell’anno e della vita della terra. La zucca è bella, solare, di un giallo arancio che sfuma in tutti i colori dell’autunno dove il foliage della zucca, si mescola alla sua polpa e al suo contenuto. La polpa della zucca è buona in cucina in ogni piatto, è considerata il cibo dei poveri, perché si riproduce con facilità e richiede poca cura. Vi si fanno ricette infinite, tutte buone, succose, e ricche di vitamine. Attenzione, però solo la parte della polpa attaccata alla buccia è buona, per il resto la zucca è vuota se si eccettuano i semi (anch’essi tuttavia usati, tostati e salati a dovere).

Per la sua “vuotaggine” si suole dire che la testa degli stolti è vuota come una zucca. “Zuccone!” dice il padre al figlio che non capisce e non si impegna. Una zucca vuota, simbolo usato anche da Dante Alighieri[3] nell’VIII canto (vv124) dell’Inferno quando fa dire a Messer Alesso: Ed elli allor, battendosi la zucca: / «Qua giù m’hanno sommerso le lusinghe / ond’ io non ebbi mai la lingua stucca»   per indicare il suo giudizio negativo sui lucchesi[4]

Ma la zucca è, anche e soprattutto, legata ad immagini positive: abbiamo già parlato dello sfruttamento del suo spazio interno, per riempirla di lumini e cacciare la paura. Ma, oltre a questo, per esempio la sua “amicizia” con le tavole povere del popolo, nell’immaginario la zucca è anche magica, tanto da diventare la carrozza che porterà Cenerentola dal re: Va in giardino e portami una zucca.” Cenerentola subito andò a cogliere la più bella che le riuscì di trovare e la portò alla comare, senza capire come mai quella zucca l’avrebbe fatta andare al ballo. La comare la vuotò, e quando non fu rimasta che la sola scorza, la percosse con la sua bacchetta, e la zucca fu subito mutata in una bella carrozza tutta dorata. (Charles Perrault)

Numerose, poi,  sono le sue attestazioni di frutto simbolo di rinascita dalla morte, così come ci si augura che accada ai semi sotto la terra: nella tradizione orientale, la zucca è determinante nel mito del diluvio universale: secondo una leggenda dell’Indocina dal Diluvio si salvarono solo un fratello e una sorella, rinchiudendosi in una zucca. Dai due nacque la nuova umanità: la donna partorì una zucca e i suoi semi, sparsi per la pianura e la montagna, diedero origine alle varie razze umane.  Nell’iconografia sacra, per esempio, è esemplare l’uso che ne fa il pittore quattrocentesco Vittorio Crivelli, che, nei suoi dipinti inserisce la zucca sempre accanto ad una mela, per esemplificare il suo significato di trionfo della salvezza: la mela è la tentazione e il peccato, la zucca è la resurrezione e la protezione.

wikipedia.org/wiki/Madonna_col_Bambino_(Carlo_Crivelli_Ancona)

wikipedia.org/wiki/Madonna_col_Bambino_(Carlo_Crivelli_Ancona)

E sempre come simbolo di protezione nella Bibbia la zucca compare quando Giona, uscito dalla Balena, deve andare a Ninive a compiere la sua missione: Surriscaldato e indebolito sotto il caldo sole del deserto, trovò tregua sotto una pianta di zucca che Dio fece crescere durante la notte per fornirgli l’ombra necessaria. (Matteo 12, 40) Particolarmente significante è che la pianta però seccò e appassì in un solo giorno e Giona pianse: ma Dio lo punì per il suo rammarico, perché bisogna ricordare che i beni e i piaceri di questa vita sono di breve durata. Allora, la zucca fu svuotata e riempita d’acqua. Essa venne legata ad un bastone e fu molto utile ai pellegrini che attraversavano il deserto. Anche oggi la zucca e il bastone sono tipici del pellegrino sul Cammino di Santiago.

Anche se oggi la festa di Halloween ha soppiantato la riflessione sui morti, che dall’aldilà ci proteggono, o la speranza sui Santi, che portino da novembre in poi, la speranza, di cui tutti abbiamo bisogno… anche se è diventata soprattutto un simbolo commerciale, la zucca continua ad affascinarci, per la sua bontà, i suoi colori, i suoi simboli.

Chiudiamo, dunque, ricordando una zucca particolare: la “Grande Zucca” quella chiamata “grande cocomero” di Linus, una delle figure principali dei Peanuts di Charles M. Schulz . Il bambino, amico di Charlie Brown e di Snoopy, passa la notte di Halloween nel campo delle zucche, in attesa dell’avvento del Grande Cocomero[5], un’entità magica a cui Linus scrive lettere ogni anno, aspettando che appaia nella notte di Halloween per distribuire doni ai bambini buoni. L’attesa di Linus non è simile a quella di Babbo Natale: il Grande Cocomero premia il campo ritenuto più sincero, e non va scambiato per un’entità a cui chiedere oggetti:

Il bambino la aspetta con fede, ogni anno, nonostante i suoi amici facciano di tutto per fargli capire che non verrà[6]. Linus, diventa simbolo della nostra speranza, e della nostra capacità di attendere con fede.

Proviamo a passare con lui, facendogli coraggio, la notte. Proviamo a sperare. E facciamo nostre anche le sue ricorrenti parole: «Ci sono tre cose di cui ho imparato a non discutere con la gente: la religione, la politica, e la Grande Zucca».

[1] La voce viene fatta comunemente discendere dal termine tardo latino (sec. VI d.C.) cocutia

[2] Halloween, contrazione dell’inglese “All Hallows’ eve” che in italiano si traduce semplicemente come “vigilia di Ognissanti”. La storia della zucca di Halloween comincia solo nell’800 quando molti irlandesi emigrarono verso gli Stati Uniti d’America di seguito alla carestia di metà secolo.

[3] Dante ha introdotto l’uso figurato del termine per indicare la testa umana. Da qui il passaggio alla locuzione avere poco sale in zucca, cioè «avere poca intelligenza», che si deve al Boccaccio. Parallela la vicenda dell’accrescitivo zuccone, che da «grossa zucca» (1584) diventa voce popolare per indicare «testa grande e grossa» (1742). Per estensione, in Toscana zuccone diventa «persona con la testa grossa» e, in senso spregiativo, «persona dura di testa» (1863).

[4] (Ed elli allor, battendosi la zucca: / ” Qua giù m’hanno sommerso le lusinghe / ond’io non ebbi mai la lingua stucca “, If XVIII 124, in rima anche con Lucca)

[5] Cocomero per zucca è una libera traduzione che fu fatta, nel 1959, dal traduttore Oreste del Buono, che aveva trovato il termine zucca poco evocativo ed elegante.

[6] Aspettando il Grande Cocomero (It’s the Great Pumpkin, Charlie Brown) è uno speciale televisivo d’animazione di Halloween del 1966,basato sulla striscia a fumetti Peanuts di Charles M. Schulz, trasmesso negli Stati Uniti sulla CBS il 27 ottobre 1966. La storia continua anch’oggi come si vede dalle strisce di Peanuts, per esempio quotidianamente in Post https://www.ilpost.it/peanuts/

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876