La tentazione

Avere, possedere e apparire sottintendono piaghe dello spirito, nei rapporti fra uomo e donna e nella società. Ma Gesù  a questo ha opposto il bene per Dio e per l'uomo 
Deserto

“Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana”
(Mc 1,12).
Gesù ha appena ricevuto il battesimo, inizio della sua missione e, prima che  cominci a percorrere le strade della Palestina, lo Spirito gli fa sperimentare un saggio anticipatore di quella che sarà la sua vicenda. Nel deserto, solo, si scontra con Satana, solo. Sono e saranno i due protagonisti del dramma, gli altri ruoteranno attorno a loro, schierandosi o con l’uno o con l’altro: Dio o Satana, il Bene o il Male.

Due logiche inconciliabili, che significano due modi di pensare il mondo, la storia, l’uomo e che non aleggiano in alto, fra le nubi, ma che penetrano nelle viscere della materia, nelle fibre dei corpi, nelle pieghe dello spirito, nei rapporti fra uomo e donna, nella società e fra le società.
Gesù si scontrerà con la logica di Satana sotto mille volti: i farisei, gli scribi, i sadducei, cioè il potere religioso padrone del popolo; Erode e Pilato, gli zeloti, cioè il potere politico che usa la violenza e la furbizia; il popolo, che vuole trasformarlo in un liberatore dagli invasori. Ma anche fra i “suoi” si insinuerà Satana, per distoglierlo dalla sua missione (“Via da me, Satana!”, dirà a Pietro).

Gesù non cede mai, né alla violenza, né al formalismo, né al buon senso. Deve andare alla radice del male per estirparlo, la sua opera non è di accomodamento, di compromesso, non vuole “salvare il salvabile”, ma salvare tout court. Vuole affermare solennemente i diritti di Dio e dell’uomo.
Sì, perché la tentazione è sempre contro Dio e contro l’uomo. Vuole presentare un Dio a misura dell’uomo, fabbricato da lui, garante dei suoi interessi, docile a seguirlo dove lo vuole portare. E un uomo schiavo delle sue passioni (potere, successo, vizi), incapace di stare a testa alta,  curvo ad ossequiare i signori di turno, in lotta permanente con il suo prossimo.  Gesù non ci sta e lo dice con forza, si arrabbia anche, perché ne vanno di mezzo suo Padre e i suoi fratelli.
Gesù lotta contro la tentazione non per essere un  uomo onesto e buono, ma per essere uomo, semplicemente (e anche Dio).
“Chi mi vuole seguire, prenda la sua croce” (lotti contro la tentazione).
 

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