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Cultura > Società

La storia di Jbeneh

di Stefano Mariantoni

- Fonte: Città Nuova

Iniziativa di solidarietà con la popolazione stremata di Gaza grazie ad un audio libro, Jbeneh, una fiaba palestinese che permette di esplorare i temi della famiglia, il legame con la terra e il patrimonio culturale.  Come dice l’autrice del testo, Manal Saabni, «raccontare storie è un potente strumento per dare amore, speranza e calore, ai bambini come agli adulti»

Nascono germogli di solidarietà, tra le parole e le note di Jbeneh, audiolibro dedicato a una fiaba palestinese scritta dalla penna di Manal Saabni, autrice nata nei territori occupati, e pubblicata ad Haifa, in Israele.

Grazie a questa dolce storia di resistenza, le pagine si piegano e diventano un ponte tra due popoli e un simbolo di pace. Ed ecco che la rivisitazione moderna di un racconto popolare palestinese può portare una luce di speranza in mezzo alla disperazione della crisi umanitaria di Gaza, contribuendo ad alleviare le sofferenze di un’emergenza che sta mettendo alla prova tanti civili.

Daniele e Tanja Fior, foto CC

«L’audiolibro è nato da un desiderio di aiuto – raccontano da Berlino Tanja e Daniele Fior, anima e cuore di Locomoctavia Audiolibri – nel tentativo di sostenere concretamente la popolazione di Gaza che in questi giorni è segnata da un dramma. Tramite crowdfounding diretto, gli aiuti stanno supportando tre famiglie particolarmente fragili e bisognose che vivono nella Striscia, oltre all’Al-Jawad Camp, che offre istruzione, assistenza psicologica, cibo, materiale scolastico e yoga a centinaia di bambini sfollati».

Testimonianza di unità e affetto, l’ascolto aggiunge valore alla fiaba che riecheggia i temi principali de “La guardiana delle oche” dei fratelli Grimm, ma è calata nella cultura e nelle tradizioni palestinesi. È un po’ la missione della famiglia Fior, che dopo aver lavorato in Italia nel mondo del teatro e del cinema, si è trasferita in Germania e da oltre dieci anni incide cd dedicati a storie senza tempo, per mettere al centro la bellezza della lettura in lingua italiana. Un impegno ripagato dal riconoscimento del Premio Andersen 2025 per il miglior progetto editoriale.

«Nell’aprile scorso eravamo all’ultima Fiera del libro di Bologna  – aggiungono Tanja e Daniele – che ogni anno svela i volumi inseriti nel catalogo “The White Ravens”. Si tratta di libri per bambini e ragazzi di tutto il mondo che si distinguono per qualità letteraria, originalità e valore artistico. Lì abbiamo conosciuto Jbebeh, che ci è sembrato un testo delicato, capace di contrastare coi suoi messaggi e le sue atmosfere pacifiche, la disumanizzazione e le sofferenze di tanti innocenti. Abbiamo contattato l’editore Atafeal e così è nato l’audiolibro, grazie alla collaborazione con la traduttrice Alessandra Morello che ha lavorato gratuitamente alla trasposizione in lingua italiana. Il progetto ha coinvolto la cantante palestinese Wafaa Saied, che da dieci anni vive in Germania ma è profondamente legata alle sue radici e la voce narrante è quella bambina di nostra figlia Viola. Siamo orgogliosi delle risposte che il nostro lavoro sta suscitando e soprattutto del fatto che stia sostenendo alcune campagne di aiuto che ci stanno a cuore. È per questo che nei prossimi mesi lavoreremo per tradurre Jbeneh in ebraico e tedesco».

La narrazione diventa azione, nei gesti di chi risponde con tanti atti d’amore alla violenza del conflitto. «Stiamo vivendo giorni molto difficili – afferma Hadeel, promotrice dell’Al Jawad Camp di Gaza – Non c’è nulla nei mercati, non c’è sicurezza alimentare, i prezzi sono altissimi, la carestia si sta diffondendo tra i cittadini, a tutto questo si aggiunge lo sterminio in corso e l’assenza di una soluzione per porre fine a questa guerra. Nonostante ciò riusciamo ad accogliere 60 bambini ogni tre mesi. La solidarietà di tanti sostenitori e amici ci dà speranza e ci rende più capaci di trasmetterla anche ai nostri figli, spingendoci a proseguire in questa dolorosa guerra. Senza supporto e assistenza, non potremmo continuare il nostro lavoro, fatto di tante attività diverse. La lettura è una delle più importanti perché aiuta la concentrazione e la comprensione».

Rivivere le storie della tradizione palestinese con un punto di vista più attuale. Ecco le fonti d’ispirazione per l’autrice di Jbeneh.,«Il folclore e la cultura mi tengono in contatto con le mie radici – aggiunge Manal Saabni – mia nonna e mia zia mi raccontavano un sacco di storie. Scrivere è il mio modo di dire loro che le amo e le sono grata. È anche il mio modo di connettere i bambini alla cultura palestinese, e i bambini palestinesi al loro passato e futuro, rivisitando le fiabe popolari in chiave moderna, con le stesse canzoni e citazioni famose, ma anche con il mio tocco, i miei pensieri e il modo in cui sogno che i bambini e le bambine dovrebbero essere: forti, indipendenti, gentili e in contatto con la natura. In Palestina stiamo vivendo l’epoca più difficile e la speranza è qualcosa di cui abbiamo bisogno ora più che mai. Raccontare storie è un potente strumento per dare amore, piacere, speranza e calore, ai bambini come agli adulti».

Tra le voci degli sfollati, tra gli innumerevoli appelli alle donazioni, c’è quello di Israa, 24 anni, madre provata dalla mancanza di acqua potabile, latte artificiale e medicinali.

«Ho appena partorito – racconta nella richiesta di aiuto dal suo profilo Instagram – sono una giovane madre che sembra già anziana. Sono originaria del nord di Gaza ma sono stata sfollata a sud più volte per colpa dei razzi che hanno distrutto la mia unica casa. La nostra fonte di sostentamento è stata completamente distrutta. Ora abitiamo in una piccola tenda, molto fredda d’inverno e molto calda d’estate. Sono vegetariana, ho bisogno di aiuto e cure speciali e devo aiutare anche i miei genitori. Non posso curarli perché i costi sono troppo alti. Dopo il 7 ottobre, non sono più in grado di provvedere ai bisogni più semplici della mia famiglia come acqua potabile, cibo sano, kit igienici e abbigliamento. Per questo chiediamo aiuto».

Questa la trama de libro: Jbeneh è una figlia tanto attesa, nata dopo vent’anni di matrimonio dei suoi genitori. Nel giorno del suo decimo compleanno, parte per un viaggio con un gruppo di donne, ma si perde nella natura selvaggia. Trova rifugio presso un’anziana signora e diventa una pastorella di oche, cercando giorno dopo giorno di disegnare una mappa per ritrovare la strada di casa. Accompagnata da un’oca fedele, Jbeneh affronta le sfide della natura selvaggia, dimostrando coraggio e determinazione. Contemporaneamente, i suoi genitori intraprendono la loro ricerca per ritrovarla, che porterà a un commovente incontro. La fiaba esplora i temi della famiglia, il legame con la terra e il patrimonio culturale.

Per ricevere il link dell’audiolibro basta inviare alla casa editrice una notifica della donazione via messaggio tramite il profilo Instagram @locomoctavia.

Ecco i contatti Instagram collegati in bio ai crowdfounding per sostenere il progetto:

@jawadcamp2

@wafaa_saied

@baraa_awoor2

@esr_aa5725 e @z.ak1999

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