La storia dei Borgia tutta da rileggere

Il libro di Mario Dal Bello, La leggenda nera. I Borgia, nella recensione di Andrea Gagliarducci sul quotidiano La Sicilia
La leggenda nera

Moglie esemplare, terziaria francescana, dedita al mecenatismo e attenta alle esigenze dei poveri della città di Ferrara, dove viveva. Chi era? Lucrezia Borgia. E già questo dovrebbe sorprendere. Perché di Lucrezia Borgia, e dei Borgia in generale, per cinque secoli è stato scritto di tutto. Un elenco carico di nefandezze, con assassinii, avvelenamenti, adulteri e incesti.

A rimettere a posto i tasselli della storia ci ha pensato lo storico Mario Dal Bello, che nel saggio «I Borgia. La leggenda nera» (Edizioni Città Nuova) ha voluto ricostruire la storia dei Borgia. Mettendo da parte, appunto, quelle parti da leggenda nera che sono nate, spiega, sostanzialmente perché la biografia dei Borgia è stata scritta dai loro avversari.

Certo, la storia dei Borgia non si può dire esemplare. È fatta anche quella di matrimoni di convenienza, di amanti, di morti ammazzati. E lo ammette lo stesso Dal Bello, anche se poi concede che il veleno come strumento politico era usato da tutti.

Dal Bello racconta come Alessandro VI, fa annullare il matrimonio di Lucrezia con il primo marito Giovanni Sforza facendo firmare a quest’ultimo una dichiarazione di impotenza. Non era vero, e Giovanni Sforza – che pure Lucrezia salva dalle ire del fratello Cesare – diffonderà la diceria che Papa Alessandro vuole tenersi Lucrezia per sé. Un falso. Mentre è vero che Cesare uccide il giovane amante di Lucrezia, il servitore Perotto.

Eppure, spiega Dal Bello, il resoconto che ne fa l’ambasciatore di Venezia a Roma – e Venezia non era amica dei Borgia – sa molto di fiction: Perotto che scoperto si rifugia nella stanza del Papa e gli si getta ai piedi, il Papa che lo copre con il mantello e Cesare che lo trapassa insanguinando il vestito del Papa suo padre. Improbabile che le cose siano andate così.

Ma si deve entrare anche nell’ottica del tempo, che era poi quella della rivalità delle famiglie nobili a Roma, e dell’odio per i Borgia, i Borja spagnoli che avevano italianizzato il cognome. Il primo Papa Borgia è Callisto II, e alla sua morte più di 200 persone – tra dignitari e familiari del Papa – vengono uccise.

Anche la morte di Alessandro VI viene «romanzata», a causa del resoconto che ne fa Guicciardini, toscano e non benevolo nei confronti del Papa.

È Guicciardini a raccontare che quando il corpo di Alessandro, morto ad agosto, va subito in putrefazione, il popolo pensa che è la conferma della dissolutezza del Papa, un «serpente» – scrive lo storico – che aveva avvelenato tutti ed era finito avvelenato. La realtà storica, dice Dal Bello, è che Alessandro VI è morto di malaria.

Come la realtà storica è che, quando Lucrezia muore per le conseguenze della nascita dall’ottavo figlio, ha fatto testamento, si è confessata e comunicata. Le sue ultime parole sono: «Sono di Dio per sempre». Basterà questo a far rileggere la storia dei Borgia con maggiore equilibrio?

di Andrea Gagliarducci

LA SICILIA, venerdì 23 novembre 2012

Mario Dal Bello, La leggenda nera. I Borgia, Città Nuova, pp. 148, € 12,00

 

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